La cattedrale del diavolo. Il Duomo di Milano e la sua fondazione tra storia e leggenda di Luigi Barnaba Frigoli

Ogni chiesa medievale che si rispetti ha avuto a che fare con il diavolo e il Duomo di Milano non fa eccezione: una leggenda infernale aleggia infatti anche sulle origini del Tempio ambrosiano. Quella che vuole che Lucifero in persona ne abbia ordinato la fondazione, nel 1386, comparendo in sogno a Gian Galeazzo Visconti. L’obiettivo di questo volume è quello di indagare sulle radici del racconto, per riportare alla luce le tante altre storie, gli innumerevoli aneddoti e i molti, irrisolti misteri celati dietro la costruzione dell’edificio simbolo di Milano: da chi è stato fondato? perché? chi fu il primo architetto? Una passeggiata a ritroso nei secoli. Un tuffo nel folklore. Un viaggio nei meandri della fantasia.

  • Editore ‏ : ‎ Meravigli (1 settembre 2017)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 144 pagine

A cura di Sara Valentino

Da sempre amo interessarmi alle cattedrali per la loro simbologia, per la scelta del luogo dove vennero costruite, per la motivazione dietro alla nascita e ovviamente per la parte artistica che le contraddistingue.

Ecco perchè alcuni anni fa al Salone della cultura di Milano comprai questo volumetto. Finalmente in questi giorni l’ho potuto leggere.

Diciamo che non ho fugato i dubbi che avevo ma che comunque ho potuto ripercorre un viaggio nei secoli passati.

Esattamente al tempo del mio caro amico Bernabò Visconti che viene continuamente a bussare alla mia porta con le sue avventure. Avventure terminate nelle segrete del Castello di Trezzo, dove ho potuto realmente vedere la sua cella tra le rovine che resistono ad oggi.

Lapide all’interno del Duomo che commemora l’inizio della costruzione nel 1386

Cosa centra tutto questo con il Duomo di Milano? Frigoli, tra le tantissime ipotesi che racconta nel libro ci parla anche di Bernabò che fu catturato per tramite del nipote Gian Galeazzo alla Pusterla di Sant’Ambrogio, di lì condotto appunto a Trezzo e poi fatto avvelenare.

Bernabò fu terribile, lo ricordiamo ed è plausibile pensare che Gian Galeazzo con questa operazione avesse fatto qualcosa di buono per i milanesi. Resta il fatto che il grande inganno al aprente era un fatto terribile. E’ plausibile dunque che il Duomo potesse essere un modo per espiare le colpe di Gian Galeazzo. Una monumentale richiesta di perdono alla Vergine per aver usurpato il trono e ingannato il sangue del suo sangue. Già perchè il Conte di Virtù, come era soprannominato, fece anche redigere un dossier con tutte le malefatte dello zio. Non di tutte però c’è certezza che avvennero.

Allo stesso tempo potrebbe essere stata una sorta di mero ringraziamento al cielo per avergli permesso di prendere Milano con il suo progetto.

Altra campana parla di un voto; un voto contro la sterilità per sè e per tutta la popolazione di Milano. Si augurava che la moglie Caterina, figlia dello sventurato Bernabò, gli partorisse un erede maschio. Il figlio tardava ad arrivare e allo stesso modo le donne milanesi non riuscivano a procreare o vedevano i loro figli nascere morti o morire dopo pochissimo tempo.

Ma c’è ancora un’altra ipotesi che annullerebbe tutte le precedenti: il Duomo fu costruito da Gian Galeazzo al solo scopo di ingrandire la sua ambizione dell’immortalità.

L’autore spazia ancora fino a raccontarci che forse l’iniziativa non era affatto dei Visconti ma degli ecclesiastici , in particolare fa riferimento all’arcivescovo Antonio da Saluzzo. Sarebbe stato lui ad aprire il cantiere nel 1385. Da lui è anche firmato il primo documento scritto che attesta la volontà di dare avvio alla costrizione, la data è 12 maggio 1386. Il documento invita anche il popolo a elargire viste le condizioni precarie della chiesa maggiore. Pare infatti che in quegli anni Gian Galeazzo fosse ben più interessato al cantiere della Certosa di Pavia.

E se la fondazione fosse da imputare solo al popolo. Non il potere religioso e nemmeno quello civile ma il popolo milanese decise di impegnarsi per dare alla città un nuovo e più importante luogo di culto. Non era certo la prima volta.

Il libro è corredato da molte fotografie, opere e disegni, tra i quali mi è piaciuto parecchio l’incipit del registro 534 della Veneranda Fabbrica del Duomo nel quale sono annotate le somme di denaro e le offerte relative all’anno 1400.

E poi c’è la leggenda, “La cattedrale del diavolo”. Come nasce?

Potrebbe esserci alla base la paura di Gian Galeazzo per il Demonio, gli apparve in sogno e per esorcizzare questa paura avrebbe dovuto costruire una cattedrale con 3400 statue e 96 doccioni raffiguranti demoni e diavoli. Della leggenda non vi sono prove nelle cronache ma di certo si sa che per i Visconti le apprizioni e i sogni avevano valenza. Lo stesso Bernabò prima del golpe sognò un aquila discesa dal cielo, contornata da molti corvi che la tenevano prigioniera, e il suo palazzo andava in fiamme. Bernabò era un Diavolo ma forse a Diavolo si sostituì Diavolo con l’avvento di Gian Galeazzo.

Un libretto non lungo, da leggere anche in breve tempo. Un piccolo appunto è che ci sono davvero molte ripetizioni, quasi fossero più articoli poi assemblati in un unico testo.

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