La cattura dell’effimero di Beatrice Colin

Parigi, 1886. In un freddo mattino invernale, un’enorme mongolfiera a strisce bianche e azzurre si leva nel cielo pumbleo di Champ de Mars. Nella gondola di vimini i passeggeri, uomini in cappello a cilindro e donne in soprabiti da viaggio bordati di pelliccia, corrono da un lato all’altro, spensieratamente dimentichi del fatto che a tenerli sospesi sia semplice aria calda. Solo Caitriona Wallace se ne sta a debita distanza dal bordo del cesto, attanagliata da un terrore tutto suo. Otto anni prima, Cait non immaginava nemmeno lontanamente che si sarebbe ritrovata un giorno in una mongolfiera in volo sopra Parigi. Era una donna sposata, sistemata, ben piantata a terra. Ma dopo la tragica e prematura morte del marito, Cait ha dovuto cambiare prospettiva. A trentuno anni, rimasta sola, ha accettato un impiego come chaperon di due giovani scozzesi, Jamie e Alice Arrol, in Grand Tour per l’Europa. A bordo del pallone aerostatico soltanto un passeggero attira l’attenzione della donna, un uomo dall’aria assorta, in piedi dietro a una piccola scatola di legno. Indossa un farfallino morbido e, a differenza degli altri uomini, è a capo scoperto. È Emile Nouguier, il progettista della Tour Eiffel. Gustave Eiffel ha rilevato il suo brevetto e, oltre a occuparsi della costruzione, si è assunto l’onere di larga parte delle spese. La torre sarà costruita proprio sotto i loro piedi, a Champ de Mars, in occasione dell’Esposizione Universale, per celebrare il centenario della Rivoluzione francese. Per i parigini, tuttavia, quell’enorme costruzione di metallo imbullonato con metallo è tutt’altro che un’opera d’arte, è un traliccio sopravvalutato, un lampione irrimediabilmente tragico. La torre non è progettata per durare a lungo: vent’anni, e poi verrà smantellata. Paragonata ad altre strutture delle stesse dimensioni, è un batter di ciglia, un palpito del cuore, una creazione effimera. Proprio come il fragile sentimento che, fin dal primo momento, lega Emile a Caitriona Wallace. Sentimento a cui lui sembra destinato a rinunciare, dato che il suo dovere è quello di trovarsi una moglie ricca, che abbia dei soldi da investire nella fabbrica di famiglia.

  • Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (4 maggio 2017)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 351 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8854511579

A cura di Sara Valentino

Ho inizialmente preso in considerazione questo libro per la copertina, perché la costruzione della Tour Eiffel avevo avuto occasione di leggerla già con Rutherford in Paris ed è affascinante.

In questo romanzo c’è una Parigi del 1886 dove si scontrano due lati quello della povertà e quello della ricchezza, dove si contrappone medioevo e modernità; tra vicoli puzzolenti e giardini di palazzi lussuosi,  tra le feste nelle piazze Beatrice Colin ci conduce a passeggio lungo la Senna, regalandoci quadri ben precisi anche della moda dell’epoca in una storia romantica.

La tour Eiffel avrebbe dovuto durare non più di vent’anni.. incredibile oggi riconoscere che quello che allora fu definito come un traliccio sopravvalutato o un lampione irrimediabilmente tragico, oggi sia un simbolo una tappa irrinunciabile.

La cattura dell’effimero perché non basta conoscere l’esterno è necessario entrare in profondità, una condanna alle relazioni vuote e fini a se stesse.

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