La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici di Franco Cardini e Barbara Frale

La storia dei Medici, famiglia-icona del Rinascimento italiano, è anche la storia di una successione quasi ininterrotta di congiure e complotti volti a eliminare i suoi esponenti più prestigiosi. Esiste però un momento cruciale, la ‘congiura per eccellenza’: quella che, nell’aprile 1478, doveva mettere fine al dominio della famiglia su Firenze e sopprimerne la guida, Lorenzo il Magnifico. Lorenzo è all’apogeo della sua fortuna. Incontrastato signore di Firenze, anche se la città ama definirsi una repubblica, ben accolto in tutte le corti italiane, ha in attivo un matrimonio prolifico e prestigioso con Clarice Orsini, erede di una delle più antiche e illustri famiglie di Roma. Alcuni errori, però, minacciano la sua stabilità: l’ostilità del nuovo papa Sisto IV, che toglie ai Medici il lucroso incarico di banchieri pontifici. L’odio di Volterra, tiranneggiata per impadronirsi delle sue risorse naturali. La vendetta della famiglia Pazzi, cresciuta in potenza e ormai temibile concorrente. L’invidia verso un uomo che sembra costantemente baciato dalla fortuna cementa il legame dei nemici e li determina all’azione. L’epilogo fu tragico.

  • Editore ‏ : ‎ Laterza (16 novembre 2017)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Libro ‏ : ‎ 304 pagine

A cura di Sara Valentino

Uno degli episodi che più mi ha colpito della storia rinascimentale è quello che vede protagonista Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, e la congiura che decretò la sua prematura e spettacolare morte.

Visitare Firenze, trovarsi nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, e non immedesimarsi completamente nel giorno di Domenica 26 Aprile 1478 è per me stato impossibile. Come in un fotogramma, che a passo di gambero mi ha riprodotto tutte le scene di quella incredibile giornata, ho rivissuto tutto, la congiura, l’inganno, la concitazione del momento, le urla della gente, la fuga di Lorenzo in sagrestia, e il lago di sangue entro il quale resta il corpo, inerte, ingannato, senza vita di Giuliano de’Medici.

Qualche settimana fa, gli eventi drammatici di tanti secoli addietro mi hanno chiamata a gran voce e così ho preso in mano questo saggio che custodivo da qualche tempo nella mia libreria. Attraverso le parole di storici di fama che io personalmente seguo e ammiro da sempre, quali Franco Cardini e Barbara Frale, ho riletto i fatti che hanno portato alla fine di Giuliano.

Bisogna prendere in esame un periodo più vasto, siamo nel 1459 e il giovane Galeazzo Maria Sforza viene inviato a Firenze dal padre. Lo scopo è quello di incontrare papa Pio II. Il giovane Sforza, in quanto figlio di potenti, non poteva restare a lungo bambino e di politica si intendeva parecchio. Ai genitori scrive di Firenze: “una sola chosa dirò, cioè: che a Fiorenza è il paradiso”

In occasione dei festeggiamenti fa il suo ingresso sulla scena pubblica il giovanissimo nipote di Cosimo de’ Medici. Nè Pio II e neppure il giovane conte si resero conto che la festa non era dedicata a loro ma a colui che sarà il Magnifico.

All’indomani della morte di Francesco Sforza un anno dopo dopo quella di Cosimo ancora la forte alleanza sforzesco-medicea teneva bene. Le origini di entrambe le famiglie non erano affatto nobili, gli Sforza discendevano da Muzio Attendolo capitano di ventura mentre i Medici erano una famiglia di imprenditori che vivevano dei proventi della manifattura laniera.

I Medici come dalle parole di Cosimo dovevano tenere conto delle opinioni pubbliche per governare. “Come già suo padre e suo nonno, egli scelse fino dalla gioventù di essere principe senza figurar come tale”... ecco come si proponeva Lorenzo.

I Medici erano succeduti agli Strozzi per l’organizzazione della “Cavalcata dei Magi” una festa cittadina stupenda e parecchio seguita. D’altra parte le città di quei tempi vivevano di feste e rituali pubblici per celebrarsi ma anche per una sorta di identificazione.

La morte di Cosimo e gli eventi del 1466 segnano l’inizio di un piano incrinato prossimo ad aggravarsi. Il figlio Piero non era di indole buona per il comando, oltre che di salute cagionevole. Si puntava quindi tutto su Lorenzo.

Davvero interessante, oltre che corredato di lettere autentiche sui fatti, la parte riguardante la scelta della moglie per Lorenzo, Clarice Orsini e dei viaggi e delle vere e proprie radiografie da parte della Tornabuoni. A parte la storia con Lucrezia Donati e della sua ghirlanda di viole che Lorenzo portava sull’elmo durante una giostra alla quale Clarice non assistette, bisogna sottolineare che a dispetto del matrimonio combinato ai due importava reciprocamente l’uno dell’altro. Con questo matrimonio i Medici entrarono nella nobiltà.

“Come gli umanisti insegnavano, al pari del popolo dell’antica repubblica romana i fiorentini detestavano chiunque volesse farsi re, chiunque aspirasse alla tirannia”

La tempesta sta per abbattersi ma intanto i Pazzi iniziano a seminare e minare il terreno, nonostante l’unione con la famiglia Medici dopo il matrimonio tra Bianca Medici e Guglielmo Pazzi. Le tensioni prendono avvio da un prestito al Papa ma anche per via del fatto che si temeva un radicamento Mediceo alla corte papale. C’è poi l’immagine dei Medici sempre vincitori e dei Pazzi perdenti che si diffonde e mal veniva dai secondi, ovviamente tollerata.

Molte le ragioni di questo assassinio, alcune anche probabilmente si cercano nella passione verso la Vespucci amata da Giuliano, in virtù questo delle numerose coltellate inferte con troppa foga al giovane da parte di Francesco Pazzi.

Giuliano eterna spalla del fratello, mai emerso nelle scene pubbliche. Le ragioni bensì nebulose, ma oggi comprovate menzionano anche Federico da Montefeltro a favore dei congiurati. Nel saggio si parla di un ottimo cavallo che quest’ultimo avrebbe dovuto prestare a Giuliano e che improvvisamente, con un grande affronto, prestò al Pazzi.

Il 26 aprile 1478 è un bagno di sangue, un altro nefasto 26 aprile dopo quello della morte di Simonetta Vespucci.

La vendetta non si fa attendere e come sappiamo alla condanna verso i Pazzi seguì la damnatio memoriae.

Ovviamente la lettura ve la suggerisco perchè densa di curiosità e raffinatezze.

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