La ladra di profumi di Timothy Schaffert

Parigi 1941. Clementine chiude con attenzione la delicata boccetta di profumo. Sa di essere l’unica capace di creare l’essenza giusta per ogni persona e per ogni occasione. Ma non questa volta. Intorno a lei la città rimbomba sotto i colpi dell’assedio nazista. Clementine è scappata a Parigi per ricominciare dopo anni in cui ha usato l’arte profumiera per truffare le persone e ottenere da loro tutto ciò che voleva. È scappata a Parigi per sentirsi al sicuro. Ma ora teme che non possa più essere così. Oskar Voss, un influente membro del partito nazista, si è accorto del suo talento e ha bisogno di lei per scoprire la formula di un profumo potenzialmente letale. Un profumo da proporre a Hitler come arma segreta. Clementine sente con forza il richiamo del proprio passato, ma sa che cedere sarebbe sbagliato. Che, se collaborasse, la vita di migliaia di ebrei, compresa quella della sua amica Zoé, sarebbero ancora più in pericolo. Mentire è sempre stata la sua più grande dote, ma quando tutto quello che ti è più caro è a rischio, non è semplice. La sua scaltrezza, però, può tornarle utile, perché sa come raggiungere i propri obiettivi grazie al profumo giusto. Non le resta che aprire il suo laboratorio e cercare di fermare il piano di Oskar Voss, anche se questo vuol dire compiere le azioni più temerarie della sua vita e mettersi in gioco in prima persona. Solo i segreti della profumeria possono salvarla.

  • Editore ‏ : ‎ Garzanti (23 agosto 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 384 pagine

Recensione a cura di Lia Fiore Angy

Certe volte, quando sei con le spalle al muro, quando ti senti più sconfitto che mai, è proprio allora che sei più invincibile.”

Parigi, 1941. Clementine è una donna d’affari non più giovane, ama indossare abiti maschili e possiede un negozietto di profumi sulla Rive Gauche. Il negozio non ha un’insegna e non ha neppure un nome. È arrivata a Parigi da New York, negli anni ’20, per iniziare una nuova vita, lontana dagli errori e dalle menzogne del passato…

“… Vengono nel mio negozio in cerca di nostalgia. Magari mi chiedono l’odore della cucina della nonna, e di una torta di melassa che preparava con una ricetta che si è portata nella tomba…”

Per ogni persona c’è un profumo; occorre conoscerne il carattere, osservarne i gesti e ascoltarla per capire qual è l’essenza giusta, nella quale possa riconoscersi, perché il profumo è chimica, ma anche psicologia.

Chi è davvero Clementine? Una, nessuno e centomila risponderebbe il grande Pirandello.

“Non sono nessuna delle persone che ho fatto finta di essere. Oppure, meglio ancora, sono tutte loro.”

Nessuno è ciò che davvero sembra in questo romanzo, non solo Clementine, ma anche gli altri personaggi: Blue, l’aspirante attore di teatro dall’infanzia difficile, che di giorno lavora in biblioteca e di notte intrattiene le signore sole e annoiate; Day, che canta per i soldati nazisti e chiede a Clementine di creare per lei dei profumi che le ricordino i suoi amanti del passato e le notti magiche trascorse con loro; Madame Boulette, proprietaria di un bordello e cabaret che fa da sfondo alle vicende narrate; Zoé, la figlia del celebre profumiere Pascal, scappata da una vita agiata, ma già scritta e pianificata da altri, per diventare una cantante, e che ora si ritrova a essere l’amante di un nemico ignaro delle sue origini; Oscar Voss, l’influente membro del partito nazista, che nasconde più di un segreto… Ognuno di questi volti ha una maschera, o più di una.

Clementine sembra determinata a vivere una vita “pulita”, lontana da inganni e da truffe, ma la sua nuova esistenza tranquilla non è destinata a durare a lungo. Riceve una prima richiesta d’aiuto da parte di Zoé, la figlia del proprietario della Parfumerie Chamberry, una delle più famose fabbriche di profumi della città. I nazisti hanno preso la casa e le fabbriche di Pascal e lui sembra essere sparito nel nulla, fino a quando non arriva una sua lettera in cui parla di un “diario dei profumi” dal contenuto compromettente e potenzialmente pericoloso, che deve essere trovato e messo in salvo dalle mani dei nazisti, prima che sia troppo tardi. 

In questa richiesta di aiuto di Pascal c’è anche un piccolo scarabocchio, uno strano simbolo…

Clementine si vede costretta ad accettare l’incarico, perché Zoé, pur con i suoi modi gentili, le ha lasciato intendere di essere a conoscenza del suo passato e dei suoi crimini.

“Voi siete la ladra di profumi […]. Prima, quando ho detto che sapevo tutto di voi… è questo che so. So dei vostri… crimini particolari.”

Per poter recuperare il diario, Clementine dovrà avere a che fare con Oskar Voss, che si è impossessato della casa di Pascal. Sarà necessario conquistare la sua fiducia, far finta di assecondare i suoi perversi piani e utilizzare tutte le vecchie conoscenze su polveri e veleni. Voss promette a Clementine ricchezza, prestigio, notorietà, a patto che trovi per lui quel diario, il diario di Pascal, e che metta a disposizione le sue conoscenze per creare un’arma eterea e letale da proporre a Hitler.

Non è facile per una donna che ha vissuto di truffe e d’inganni non cedere a simili lusinghe  e non ricadere negli errori del passato.

È attraverso i dialoghi con Voss che ascoltiamo la vita passata della protagonista, ma sarebbe meglio dire le vite, perché è come se fosse morta e rinata un’infinità di volte, sempre in panni diversi. Apprendiamo della sua infanzia in una fattoria del Nebraska, dove ha imparato a conoscere i fiori, gli oli, le erbe, ma anche a rubare e a truffare; della sua fuga a Manhattan, dove ha incontrato il grande amore della sua vita; del suo “lavoro” di ladro gentiluomo  al servizio delle ricche vedove avide di avere ciò che non si può avere… “Volevano le colonie intrappolate nei relitti in fondo al mare. I saponi estratti dalle ceneri di Pompei […]. I vapori catturati dalle orchidee più rare”.

 Una vita avventurosa, fatta di mille fughe e identità, fino ad arrivare alla fuga a Parigi per ricucire il suo cuore ferito.

Anche Voss, quest’uomo ambizioso e disposto a tutto per il potere e il prestigio, si mette a nudo. Può un grande dolore ottenebrare la mente e il cuore, rendendo un uomo completamente insensibile alle sofferenze degli altri?

“Come può essere così commosso dalla bellezza e dalle storie d’amore, qui in questa stanza insieme a me, mentre i suoi funzionari divorano l’anima stessa di Parigi?”

“La ladra dei profumi” è un romanzo davvero particolare… Non posso dire che mi abbia pienamente convinto e non so nemmeno dire se mi sia piaciuto o meno. Una cosa è certa: l’autore ha creato una storia che inebria i sensi e che trasporta il lettore tra le atmosfere e i profumi della Parigi degli anni ’40, ma soprattutto è riuscito a solleticare la mia curiosità, spingendomi ad andare avanti con la lettura, nonostante l’estenuante lentezza e la freddezza della narrazione. 

Ho trovato molto freddi anche i personaggi, tanto da non riuscire ad empatizzare con nessuno di essi.

Cosa mi ha spinta, dunque, a continuare la lettura? Il misterioso diario di Pascal e il suo legame con i gas utilizzati durante la Guerra Mondiale, gli inchiostri invisibili, i codici segreti, il mistero celato dietro un dipinto un po’ ambiguo che raffigura Gabrielle d’Estrées, l’amante di Enrico IV di Francia. Questi sono solo alcuni degli ingredienti che hanno stuzzicato la mia curiosità. 

“I nostri profumi sono codici cifrati […]. Sappiamo camminare leggeri, far tacere i nostri passi. Conosciamo ogni angolo per metterci al sicuro e le porte dietro cui nasconderci, mentre il nostro profumo manda il suo messaggio.”

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