La Maledizione di Bashaar – Marcella Nardi

1100 – Gerusalemme viene ferocemente saccheggiata.In mezzo al caos, dalla chiesa del Santo Sepolcro sparisce una preziosa reliquia. È un frammento della Vera Croce, presumibilmente macchiata del sangue di Cristo. Sul sacro reperto, l’ombra di una terribile maledizione: chiunque la tocchi subirà una morte prematura e raccapricciante. Inizia così, attraverso il tempo e i secoli, il suo lungo peregrinare di mano in mano, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue, finché il cerchio si chiuderà nel 2005.

  • Editore ‏ : ‎ Independently published (19 agosto 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 338 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

Una misteriosa reliquia viaggia attraverso i secoli lasciando dietro di se una scia di cadaveri. Se dovessimo riassumere in una frase La Maledizione di Bashaar non potremmo che farlo in questo modo. Tuttavia riassumere un libro in una sola frase è troppo riduttivo, dunque addentriamoci meglio nella storia.

“Gerusalemme era caduta sotto la presa degli eserciti crociati e la Città Santa era finalmente in mani cristiane”.

Siamo nel 1100 d.C. e la città di Gerusalemme è un cimitero a cielo aperto. I crociati non hanno risparmiato nessuno, donne, vecchi, bambini, e questo turba molto l’animo di sir Ewart, un cavaliere crociato proveniente dall’Inghilterra, e giunto in Terra Santa a seguito della presa della città. Si chiede se sia giusto ciò che è avvenuto, se quelle morti abbiano un senso. 

“Quello che è successo qui vivrà nell’infamia per molti secoli a venire”.

Sir Ewart ancora non lo sa, ma i secoli a venire ricorderanno questa vicenda non solo per dovere storico, ma anche perché a seguito della presa della città di Gerusalemme si è scatenata una letale maledizione che non lascerà scampo, e viaggerà nei secoli assieme a una reliquia che, nonostante sia simile a tante altre in circolazione, non è affatto innocua.

Il nostro cavaliere incontra un vecchio che vuole affidargli una reliquia, qualcosa di estremamente prezioso, così che possa essere portata al papa in persona che penserà a custodirla nel modo più giusto. Si tratta di un frammento della Vera Croce messo in salvo dalla Chiesa del Santo Sepolcro. Il frammento è sempre stato custodito da un guardiano arabo, e questo perché i cristiani ne temevano il potere. L’ultimo custode, tale Bashaar, quando ha appreso che tutta la sua famiglia era stata sterminata, e prima di essere ucciso anche lui, l’ha maledetta:

“… chiunque vi metterà un dito sopra morirà”.

Ewart, oltre a non credere a questa storia, non può mettersi in viaggio verso Roma poiché è giunto in Terrasanta da poco e ha dei doveri da espletare, dunque rifiuta di prendere in consegna la reliquia, e quest’ultima viene affidata a un prelato a servizio del papa, Nicodemus Fitzroy, che a breve deve mettersi in viaggio proprio alla volta di Roma. Prima della partenza del frammento, viene redatta una certificazione di autenticità che accompagnerà la reliquia anche nei secoli a venire, così da distinguerla da tutte le altre. Tempo dopo il vecchio che aveva posseduto la reliquia viene ritrovato senza vita, dunque Ewart inizia velatamente a pensare che forse c’è un fondo di verità dietro a quell’assurda storia Ma se ne convince soprattutto dopo aver parlato con un uomo che conosceva il defunto, e che gli rivela che faceva parte di un ordine chiamato la Confraternita della Croce, che da sempre si dedica all’adorazione della stessa, poiché nella città di Gerusalemme sono presenti diversi frammenti.

“Una volta che ci hai messo le dita sopra, devi tenerla sempre con te, se vuoi vivere. Anche Fitzroy morirà, una volta che lo cederà al papa. E il papa morirà dopo averlo deposto nelle sue cripte”.

Questa storia è inquietante, forse qualcuno dovrebbe avvertire il portatore e il papa stesso, ma qualcuno ruba la reliquia a Fitzroy prima della partenza, e quest’ultimo muore subito dopo in un incidente con un carro. Coincidenze? No, si tratta della maledizione di Bashaar che ha colpito nuovamente un individuo che ha messo le mani sul prezioso cimelio e poi non ha continuato a tenerlo con se.

Da questo antefatto la letale reliquia lascia la Terra Santa e inizia il suo viaggio attraverso gli anni, passando di mano in mano e seminando dietro di se una scia di cadaveri sparsi per tutta l’Inghilterra: nel 1194 la vediamo nel Devonshire, nel 1269 è a Oxford, nel 1323 nel Linconshire, nel 1888 a Whitechapel (sì, proprio lì), e nel 2005 di nuovo a Londra dove, si spera, abbia terminato il suo lungo viaggio attraverso i secoli.

Questo romanzo storico, al di là dell’affascinante tematica della maledizione, si sviluppa intorno a quella pratica che in epoca medievale aveva trovato terreno fertile per mettere radici e germogliare: il culto e il conseguente commercio delle reliquie. Guardare, toccare, inginocchiarsi e pregare davanti a una reliquia permetteva di vincere le distanze con il sacro, rendeva la dimensione soprannaturale più umana, quasi a portata di mano. In quel periodo, infatti, si era diffusa la credenza che le reliquie possedessero virtù curative, rendendole ambite ai fedeli di ogni ceto. Questo portò dunque a una fame di reliquie, un appetito così vorace da dare il via a un fitto commercio, con ovviamente casi di truffe e raggiri vari. Pur di soddisfare la richiesta, infatti, in breve tempo si sviluppò un mercato di falsi reperti gestito da scaltri commercianti che, senza remore, smerciavano i resti di corpi di uomini comuni come se fossero autentiche reliquie di martiri e santi. 

E con le Crociate si aprì la stagione d’oro di questo commercio, poiché quella regione divenne un pozzo di reliquie senza fondo, e tutti i sovrani Europei, le chiese, i monasteri, i religiosi, ma anche i semplici devoti, bramavano l’idea di poter entrare in possesso di un pezzo della Croce, una foglia d’ulivo del Monte degli ulivi, una spina della corona di Cristo, un lembo del mantello della Madonna, un frammento della mangiatoia, e via dicendo.

E questo bramare qualcosa che, a conti fatti, è solo un oggetto, una patacca, porta la reliquia di questa storia a girare in lungo e in largo e a passare di mano in mano. Certo, alcune delle mani in cui cade sono più virtuose di altre, sono mani che non vogliono ghermirla per brama di potere ma piuttosto per metterla al sicuro così che non possa nuocere ad altri.

L’assedio di Gerusalemme, momento culminante e decisivo della Prima Crociata, del quale sir Ewart osserva le tragiche conseguenze in apertura di questa storia, era iniziato a giugno dell’anno precedente, il 1099, e si era concluso il mese dopo. Sotto la guida di Goffredo di Buglione e Raimondo IV di Tolosa, i crociati riuscirono, dopo un assedio relativamente breve, a conquistare la città e a impadronirsi dei luoghi sacri della religione cristiana. Dopo i combattimenti all’interno della città contro la guarnigione egiziana, i crociati non solo occuparono, ma devastarono i luoghi sacri della religione islamica presenti a Gerusalemme e, così come ci viene descritto in questo libro, massacrarono non solo i combattenti ma anche i civili musulmani ed ebrei, compresi vecchi, donne e bambini.

In una storia che prende il via da una Crociata e si sviluppa intorno a una misteriosa reliquia, per di più maledetta, non possono mancare i Cavalieri Templari, il cui ordine si viene a formare proprio in seguito alla prima Crociata (intorno al 1119 un gruppo di cavalieri decise di fondare il nucleo originario dell’ordine templare, ufficializzato poi nel 1129), e che insegue la reliquia con l’intenzione di celarla al mondo in modo che non uccida più nessuno.

Ho accennato precedentemente che la reliquia di questa storia, nel suo viaggio attraverso i secoli, abbia fatto la sua apparizione anche in un luogo a noi molto familiare, il noto quartiere londinese di Whitechapel, teatro degli omicidi legati a Jack lo Squartatore, proprio nel 1888, l’anno in cui il serial killer più famoso e misterioso di tutti i tempi fece la sua breve ma intensa apparizione. Ebbene, lungi da me illustrarvi questa parte della storia, mi limiterò solamente a dire che ho apprezzato molto che l’autrice abbia collocato la reliquia anche in questo posto e proprio in quell’anno.

Le tematiche presenti in questa storia, dunque, sono diverse, ma la più affascinante sicuramente resta la maledizione, quel potere distruttivo che, generato dal dolore e dalla rabbia di un singolo individuo, viene a imprimersi in un semplice oggetto e lo fa diventare strumento di morte, a prova che il potere del dolore può diventare letale.

In conclusione, La Maledizione di Bashaar è un testo interessante che si legge in tempi brevissimi, poiché la narrazione è così coinvolgente che si viene presi dal desiderio di non abbandonare mai la storia, dal bisogno di continuare a viaggiare in compagnia della reliquia, senza metterci le mani sopra, per sapere dove e quando questo viaggio si concluderà.

“Nel suo ferale girovagare attraverso i secoli, dopo essersi lasciata alle spalle una terribile scia di morte, la sacra reliquia aveva trovato riposo dentro le fondamenta di una chiesa, nascosta per sempre da ogni sguardo umano. Lo spirito di Bashaar poté finalmente raggiungere il tanto desiderato Jannah. Era la Chiesa della Santa Croce”.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.