La scelta di Josefine – Doug Gold

Dopo l’arresto e la tortura dei suoi fratelli da parte dei nazisti, Josefine Lobnik decide di unirsi ai partigiani e combattere per la liberazione della Slovenia. Se questo significa aiutare gli inglesi e gli Alleati, è ben felice di dare il suo contributo. Quando venti innocenti vengono uccisi a sangue freddo nella piazza della città di Maribor, Josefine teme che quella sorte possa essere toccata anche a suo fratello. E così prende una decisione coraggiosa: avvicinarsi al campo di lavoro per chiedere notizie a un prigioniero. Bruce Murray è arrivato da poco al campo Stalag XVIII-D, vicino a Maribor, ma è certo di una cosa: farà di tutto per sabotare i tedeschi e scappare. Mentre passeggia lungo la recinzione, una domenica mattina, una giovane donna gli consegna un biglietto. È l’inizio di una grande storia d’amore, nata nell’ora più buia della Storia e destinata a durare per sempre.

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (9 gennaio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 350 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Ogni anno, in occasione della settimana della Memoria, decido di leggere un romanzo dedicato a questa pagina buia della nostra storia. Seppur doloroso, sento di poter, attraverso le pagine di chi scrive per non dimenticare, anche io fare la mia parte. Mi rendo conto che è poca cosa, ma una goccia nel mare è pur sempre una goccia.

“La scelta di Josefine” è un romanzo che mi è stato regalato qualche anno fa da un’amica. La storia che racconta è vera, ancora di più ne vengo attratta.

I protagonisti sono Bruce Murray e Josefine Lobnik, che trovarono l’amore durante il sanguinoso conflitto mondiale nel 1943.

Bruce fu un soldato neozelandese di stanza ad Atene, apparteneva al Venticinquesimo battaglione. Nel 1941 la Germania dichiara guerra alla Grecia e alla Jugoslavia. Ai neozelandesi tocca tener a bada il nemico per permettere alle forze alleate di levare le tende. Le scene di battaglia non sono molte ma sufficienti per farci entrare nell’ottica devastante della guerra, di quell’attimo infinitesimale che scandisce la tua dose di fortuna o sfortuna. E’ un attimo vivere o morire, veder un amico scomparire all’improvviso e non poterci fare nulla, ma peggio ancora non avere nemmeno il tempo, un briciolo di tempo, per piangerlo. Per una serie di sfortunate cause o coincidenze Bruce finisce in un campo per prigionieri Stalag XVIII-D nei pressi della cittadina di Maribor in Polonia.

Josefine è Slovena, vive a Maribor, è il febbraio del 1942 e quel giorno accade qualcosa che cambiò per sempre la sua vita. Nel 1941 la Slovenia venne dichiarata da Hitler di nuovo tedesca scatenando ondate di violenza contro la popolazione. Alcuni sloveni si rifiutarono di accettarlo e divennero partigiani. La stessa Josefine dopo aver visto e vissuto ingiustizie lo diviene, consegna documenti segreti ai gruppi di patrioti nascosti. Quel giorno si trova a passare per una nota piazza, una ventina di persone era disposta in una riga disordinata, uomini, donne, giovani, anziani una scelta casuale, una vendetta .. il boato delle mitragliatrice, corpi e sangue a macchiare la candida neve.

Il fratello di Josefine fu fatto prigioniero ma di lui non sapeva dove fosse e se fosse ancora vivo. Fu così che Josefine decise di arrivare fino al campo prigionieri Stalag XVIII-D e tentare il tutto per tutto: consegnare un biglietto a un prigioniero inglese per poter avere notizie. Il fato ovviamente avevo steso le carte affinchè quel giorno Josefine e Bruce si incontrassero. E’ indubbio che per lui fu un colpo di fulmine. Lei lo capì più tardi quando le loro strade si incontrarono di nuovo e sempre dopo fatti drammatici.

Il romanzo racconta le difficoltà di chi come Josefine aiutava i partigiani, lei in particolare divenne una guida per i prigionieri che tentavano la fuga. Essere catturata era morte certa ma mai una volta si tirò indietro. Questa storia è la testimonianza che l’amore può tutto ma dobbiamo essere sinceri e dire che purtroppo non sempre.

Un libro emozionante che ancora una volta ci ricorda il ruolo delle donne nella resistenza.

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