La mummia di Livorno. La storia di Gaetano Arrighi di Daniele Monnanni

La mummia di Livorno è uno straordinario esempio di conservazione di un corpo tramite il metodo tranchiniano, tecnica di imbalsamazione ideata dal Dott. Giuseppe Tranchina agli inizi dell’Ottocento. A quel tempo non era raro che il corpo di persone indigenti, non rivendicato da nessuno dopo la morte, venisse utilizzato per la sperimentazione scientifica. Questa fu la sorte che toccò a Gaetano Arrighi, un uomo qualunque, la cui mummia fu tenuta fino a pochi anni fa in una stanza nei sotterranei dell’Ospedale di Livorno. Ma perché fermarsi alla superficie e all’analisi di ciò che quel corpo incartapecorito rappresenta? Perché non indagare la storia di Gaetano, ridandogli un volto e una dignità, ricostruendo il suo vissuto? Un saggio, dunque, che oltre a fornire uno spaccato della società del tempo, segue una duplice modalità di ricostruzione storica di ciò che la mummia di Livorno rappresenta: da un lato riportando tutti i dettagli di un metodo di imbalsamazione rivoluzionario per quell’epoca, quello tranchiniano; dall’altro ridando valore alla persona di Gaetano Arrighi, togliendola da quell’angolo buio e polveroso in cui il suo corpo ha dimorato per troppo tempo.

  • Editore ‏ : ‎ VGS Libri (16 dicembre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 86 pagine

Recensione a cura di Alice Croce Ortega

È curioso come siamo abituati ad associare il termine “mummia” all’antico Egitto, a quei capolavori dell’arte funeraria rinchiusi in splendidi sarcofagi che sono diventati icone di quest’antica civiltà almeno tanto quanto le piramidi.

Invece, secondo la Treccani: mùmmia s. f. […] – 1. a. Cadavere imbalsamato con il sistema della mummificazione usato nell’antico Egitto […] Per estens., cadavere trattato con qualsiasi altro metodo di imbalsamazione o conservatosi grazie a particolari condizioni climatiche e ambientali. 

Ma quali sono gli altri metodi di imbalsamazione possibili, a parte quelli messi in atto dalla natura? Perché nel passato, in effetti l’uomo ha sempre avuto l’esigenza di conservare le salme, ad esempio di persone decedute lontane dal loro paese d’origine, o di personaggi famosi il cui corpo senza vita andava preservato come oggetto di culto (molti esempi sono visibili nelle chiese ancor oggi) o come dimostrazione della morte di importanti personaggi allo scopo di evitare problemi di successione o quant’altro. Basti pensare al povero Horatio Nelson, caduto a Trafalgar e messo “sotto spirito” in un barile di rum. Non sarebbe stato molto meglio poterne fare una bella mummia da esporre nella camera ardente, una volta rientrata a Londra? Ebbene, pochi decenni dopo la sua morte un giovane medico italiano, Giuseppe Tranchina (1797-1837) ideò un metodo di imbalsamazione estremamente semplice ed efficace, ispirato in parte a quello degli antichi Egizi, ma che non prevedeva l’eviscerazione, solo una banale iniezione nella carotide di una soluzione di arsenico e cinabro. Grazie a questa semplice e geniale invenzione, il giovane palermitano fu insignito niente meno che dell’Ordine dello Speron d’Oro. 

Tutta questa premessa per presentarvi un delizioso libriccino, il cui autore si è interessato fin da bambino a una particolare mummia, quella di Gaetano Arrighi, conservata per lungo tempo all’Ospedale di Livorno dove veniva spesso usata per innocenti scherzi goliardici rivolti agli studenti di medicina o di infermeria e solo di recente restaurata e custodita come merita tale importante reperto; e chissà che nel frattempo non abbia fatto sorgere nella mente di qualche paziente lo spunto per una bella storia gotica popolata di fantasmi e creature inquietanti di ogni genere.

È quasi con affetto che l’autore ci narra la storia del suo legame con la mummia ed è proprio questo affetto che lo spinge ad onorarla ricostruendo la storia dell’uomo che fu Gaetano Arrighi, una persona come tante che nel libro prende corpo insieme al suo ambiente sociale, alla sua famiglia e alla sua vita ai limiti della legalità che lo porterà ad avere a che fare con la legge fin da giovanissimo e poi… ma non voglio anticipare nulla di questa storia semplice e rocambolesca allo stesso tempo che si legge in un batter d’occhio e che vi lascerà sicuramente un’ombra di malinconia, perché…

“Una mummia è sempre qualcosa di speciale. È il corpo di una persona morta che in qualche modo continua a vivere ancora. È il passato che infrange le barriere del tempo e si incunea prepotente nel presente. È la morte che sfugge le leggi della decadenza e le trascende…”

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