La ragazza perduta a Venezia – Elsa Zambonini Durul


Venezia (e in parte Parigi) è lo splendido palcoscenico che ospita la vicenda umana di tre generazioni di donne, ognuna perduta a suo modo. Aurora lo è per il suo egoismo, amoralità e crudeltà, sia verso la famiglia di origine, che con il marito e la figlia di cui è spietata carnefice. Loredana, fragilissima e incapace di gestirsi, forse la più perduta delle tre, si dà alla fuga in una vita disordinata in cui non si fa mancare nulla: dalla strada alla droga e oltre. Prima è vittima della crudeltà materna e poi di quella del compagno che la tradisce senza pietà, ma diviene a sua volta carnefice della figlia, che abbandona piccolissima.
Federica, sulla quale confluiscono le storie delle sue ascendenti, solo con la maggiore età scopre dell’esistenza in vita di una madre che credeva morta. Con la collaborazione sempre più stretta di Leonardo, un quasi medico a sua volta abbandonato da piccolo dal padre, intraprende delle ricerche difficili e piene di incognite e colpi di scena, che la portano a risposte dolorose.
Federica è stata certamente vittima e ha sofferto per l’assenza di una madre che non l’ha mai cercata. Starà a lei scegliere se perpetuare l’empietà di chi l’ha preceduta diventando a sua volta carnefice di una generazione futura, oppure riscattare sé stessa e la sua famiglia affrontando un percorso alternativo.

  • Editore ‏ : ‎ Independently published (25 febbraio 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 317 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Venezia (e in parte Parigi) è lo splendido palcoscenico che ospita la vicenda umana di tre generazioni di donne, ognuna perduta a suo modo”.

Questa è una storia di donne. Diverse l’una dall’altra, ma accomunate dallo stesso sangue, ciascuna con la propria fragilità e un carico di segreti, bugie e inganni che le portano sull’orlo del baratro. È una storia di segreti di famiglia che, nonostante siano stati ben nascosti sotto un tappeto, a un certo punto sono venuti fuori con prepotenza, sconvolgendo le vite di tutte e tre le protagoniste. Dicevamo tre donne “perdute”, ma perché?

“Aurora lo è per il suo egoismo, amoralità, crudeltà, sia verso la famiglia di origine, che con il marito e la figlia di cui è spietata carnefice”.

Aurora proviene da una famiglia veneziana di antico lignaggio, sposa un uomo molto più grande di lei, uno che potrebbe essere suo padre, uno che tradisce sistematicamente con chiunque, persino con i suoi studenti, traumatizzandolo profondamente e rendendogli la vita impossibile. Non sta mai ferma Aurora, è sempre alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, ma questa sua ricerca spasmodica e continua di chissà che cosa, questo trasgredire ogni regola della decenza, pregiudica inesorabilmente la crescita e l’esistenza di sua figlia Loredana. La seconda donna “perduta” di questa storia.

“Loredana, fragilissima e incapace di gestirsi, forse la più perduta delle tre, si dà alla fuga in una vita disordinata in cui non si fa mancare nulla: dalla strada alla droga e oltre”.

Loredana precipita in un abisso e trascina con se tutto e tutti, persino sua figlia Federica che viene abbandonata quando è ancora molto piccola, quando la sua vita aveva preso una piega di stabilità, dando il via al cuore pulsante di questa storia, alle vicende che porteranno sua figlia a comprendere molte cose, a tirare via tutta la polvere del passato dal tappeto delle sue origini.

“Federica, sulla quale confliggono le storie delle sue ascendenti, solo con la maggiore età scopre dell’esistenza in vita di una madre che credeva morta”.

Sì, perché Federica di tanto in tanto visita una tomba che credeva essere quella di sua madre. Ovviamente non ha mai neanche lontanamente dubitato del suo decesso, suo padre le ha detto che è morta, e lei sfortunatamente non ne serba neanche un vago ricordo. E invece no, è tutto un inganno, e lo scopre per caso quando proprio su quella tomba incontra una giovane donna che dice di essere la figlia della deceduta. Quella donna o non è sua madre o è un’omonima. 

Chieste spiegazioni a suo padre scopre che quella donna, quella ritratta sulla tomba, quella alla quale era solita portare dei fiori, non è sua madre. Ma perché il padre ha mentito? Perché non ha semplicemente detto la verità, e cioè che sua madre un bel giorno è scomparsa nel nulla senza lasciare traccia? Perché l’ha riempita di bugie?

Qualcosa si inizia a rompere all’interno della ragazza, tutte le sue certezze cadono a terra una dopo l’altra come per un effetto domino. Suo padre non è così limpido come crede, e non solo perché le ha deliberatamente mentito su una faccenda così importante come la scomparsa di sua madre, anche lui ha dei segreti, anche lui, come tutti, nasconde un lato oscuro che tiene adeguatamente nascosto. Federica ormai non crede più a nessuno, ha perso la fiducia che da sempre ripone nella figura che in tutti quegli anni ha incarnato la famiglia, ma vuole, pretende, di conoscere le sue origini. E soprattutto esige di sapere dove sia sua madre, perché a conti fatti potrebbe essere viva chissà dove, e lei è convinta di avere il diritto, se non di riallacciare i rapporti, almeno di avere l’opportunità di chiederle spiegazioni in merito al suo allontanamento.

“Non sopportava il fatto di avere così tante caselle in bianco sulle prime e fondamentali pagine della sua vita. Voleva riempirle a tutti i costi, fosse pure con realtà dolorose. Quello che non sopportava era il non sapere”.

L’ostinazione di Federica la porta a cercare ogni minima traccia risalente a sua madre, e la tenacia la porta da una sua conoscente, una datrice di lavoro, che le consegna uno scatolone che era appartenuto a lei nel quale rinviene un pacco di lettere:

“… sul fondo apparve un involto di nylon che sembrava racchiudere degli scritti. Lo aprì e estraendo i fogli, constatò che erano delle lettere ingiallite. In alto, nel mezzo di ogni pagina, compariva un piccolo stemma”.

Le lettere sono indirizzate a una certa Loredana, e sembrano essere state scritte dal padre di lei, un ipotetico nonno di cui Federica ovviamente non ha mai sentito parlare. Loredana è quindi sua madre? Eppure lei l’ha sempre conosciuta con il nome di Alice Rossi, quello stesso nome che ha letto tante volte sulla lapide al cimitero. Perché ha cambiato nome? È possibile che odiasse così tanto la sua famiglia e la sua vita al punto tale da voler cambiare completamente identità? Purtroppo la risposta a quanto pare è sì.

“… si era inventata un’identità e documenti nuovi e aveva chiuso col passato. Aveva dichiarato che i suoi erano tutti morti e invece aveva genitori che l’amavano, la cercavano e lei gli aveva semplicemente voltato le spalle andandosene. Ma perché?”.

Comincia così il viaggio di Federica nel passato delle sue origini che la porterà a rapportarsi non solo con le altre due donne protagoniste di questa storia, ma anche con il suo passato e quello di chi le sta accanto, una sorta di viaggio di formazione al termine del quale la figura di questa ragazza ne uscirà più forte e consapevole di se stessa, come nei migliori romanzi di formazione.

Grazie alla scrittura semplice, scorrevole e ai continui colpi di scena, La Ragazza Perduta a Venezia è stata una lettura piacevole, interessante, ma anche un modo per riflettere su quelle che sono le dinamiche interne di una famiglia che possono modificare per sempre l’esistenza di chi ne fa parte.

Al di là delle protagoniste, tutte figure estremamente complesse e tragiche, forse il personaggio principale di questo libro è proprio la famiglia e come può influenzare la vita di chi ne fa parte, ma anche quanto possa incidere nella formazione del carattere di ciascuno di noi.

Prendiamo ad esempio Loredana. A causa del rapporto disfunzionale con la madre si trasforma in una ragazza ombrosa, sfuggente, pericolosamente ribelle che emula persino gli atteggiamenti malsani di sua madre, per poi riuscire a conquistare una parvenza di normalità che però perde alla prima difficoltà, ripiombando in tutti gli atteggiamenti distruttivi che aveva faticosamente abbandonato. Se la madre di Loredana fosse stata una “buona madre”, una madre funzionale, canonica, tutto questo sarebbe successo? La risposta che ci suggerisce la lettura di questo libro è sicuramente no.

Ma anche i segreti la fanno da padroni in questa storia, e più in particolare quei segreti di famiglia che si tende a nascondere ma che sono sempre in agguato e minacciano di uscire fuori prima o poi. E anche questi, di comune accordo con la tematica della famiglia, reggono le fila di tutta la narrazione, una narrazione che da Venezia si sposta a Parigi, e da Parigi torna a Venezia, un luogo sicuramente adatto a nascondere segreti tra calli, canali e antichi palazzi gentilizi.

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