La testa mozzata del pirata Barbanera

Bentrovati all nostro appuntamento con i misteri e le leggende. Oggi parliamo del famigerato pirata Barbanera! Madrina di questo articolo sarà la fotografia di Eliana Corrado, scattata in occasione del contest #scattaloradelmistero sul nostro gruppo Facebook.

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Non è un personaggio di fantasia, sebbene in passato per personaggi di questo calibro, dei fuorilegge, non si era soliti promulgare episodi della loro vita, è però realmente esistito, lui: Barbanera!  Le poche notizie giunte a noi sono arrivate grazie a un enigmatico Charles Johnson, uno scrittore che molti storici dicono fosse Daniel Defoe (quindi Johnson sarebbe uno pseudonimo), che raccontò le imprese di Barbanera e altri terribili pirati in un libro dal titolo “A General History of the Robberies and Murders of the most notorious Pyrates”.

Il suo nome incuteva terrore puro, possente e dotato di forza disumana, la sua bandiera raffigurava uno scheletro demoniaco che buca un cuore rosso sanguinante mentre regge una clessidra nella mano destra.

Poco prima della battaglia usava farsi accendere micce esplosive, dai suoi marinai, che teneva infilate sotto il cappello e nella sua lunga barba nera, lo faceva per incutere maggior timore, per sembrare un mostro sanguinario.

Il suo nome è Edward Teach, nato a Bristol, si presume, nel 1680. La sua carriera fu al soldo di navi corsare fino a quando nel 1716 ne assume il comando. Il 28 novembre 1717, nel mar dei Caraibi cattura la Concorde, nave di mercanti francesi che stava trasportando schiavi in Guyana.

Rinforzò la nave per un totale di armamenti quantificati in quaranta cannoni, tenne chi voleva unirsi alla ciurma tra schiavi e membri del vecchio equipaggio e la rinominò “Queen’s Anne Revenge“, la Vendetta della Regina Anna. Nacque la sua leggenda, con questa nave catturò a sua volta decine di  navi.

Ebbe il tempo di sposarsi ben 14 volte, nella sua breve carriera da pirata, l’ultima moglie, una 16enne di origine hawaiana, si dice che fu spesso concessa come schiava sessu

ale per la sua ciurma come “premio” per la loro fedeltà.

Nel maggio del 1718, assaltò il porto di Charleston nella Carolina del Sud e prese in ostaggio un funzionario della città assieme al figlio di 4 anni chiedendo come riscatto un baule di medicine che sarebbero servite all’equipaggio ormai ridotto a causa di una m

alattia che portava febbre e allucinazioni, probabilmente un’infezione portata dai feriti e dalla cattive condizioni igieniche in cui viveva la ciurma.

Le leggende spopolano e di lui si dice che incuteva paura non solo ai nemici, ma anche al suo stesso equipaggio. Pare c

he punisse chi sbagliava o gli disubbidisse in modi atroci, come sparare alle gambe dei suoi uomini o tenerli legati all’albero maestro a testa in giù finchè non svenivano.

Nel giugno del 1718, la sua fortuna pare prendere una funesta piega, la Queen’s Anne Revenge si arena al largo della Carolina del Nord su un banco di sabbia.

Era ormai divenuto una seria minaccia, il governatore della Virginia, Alexander Spotswood, emanò un ordine di cattura o esecuzione per Barbanera e affidò il compito al tenete di vascello Robert Maynard.

Maynard raggiunse Barbanera la sera del 21 novembre 1718, nell’insenatura dell’isola di Ocracoke, uno dei nascondigli preferiti del pirata. Dopo una sanguinosa battaglia, Barbanera venne ucciso con 25 ferite, di cui 5 da fuoco. Aveva 38 anni.

La sua testa mozzata venne infissa sulla punta del bompresso della nave di Maynard, come monito per le altre navi della flotta del pirata e come prova della sua morte.

E della Queen’s Anne Revenge che ne è stato?

Era finita sotto la superficie del mare, che la ricoprì di coralli nascondendola agli occhi dell’uomo per quasi 300 anni. Nel 1996, dopo lunghe indagini, è stata infine ritrovata da un gruppo di ricercatori privati. Alcune parti della nave, un cannone, l’ancora sono stati recuperati. Il progetto continua e chissà che non si trovi anche il bottino di Barbanera.

Fonti: www.ligurianautica.com; www.ilparanormale.com; www.novalibandiere.it; wikipedia

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