L’amante di Rembrandt. Storia di un amore proibito di Simone Van der Vlugt 

La storia tragicamente vera di una delle relazioni più scandalose del XVII secolo. E di un ritratto mai ritrovato. Amsterdam. È un giorno di luglio del 1650 quando Geertje Dircx viene prelevata per strada dalla polizia cittadina, costretta a salire su una carrozza e portata nella prigione di Gouda. Nessun processo, nessuna possibilità di difendersi: Geertje, in quella prigione, resterà per molti anni. Dietro il suo arresto non c’è che lui. Il suo grande amore. Il pittore più famoso del suo tempo, che sulla tela riesce a dipingere come se Dio stesso illuminasse uomini e cose, stanze e volti, l’uomo cui Geertje ha dedicato gli anni migliori della sua vita, pur senza un matrimonio legittimo, è in realtà un avido protettore della propria reputazione. Arrivata in casa di Rembrandt come bambinaia, dopo la morte della moglie Geertje è infatti rimasta accanto a lui, intrecciando una lunghissima relazione, che sarà sempre clandestina. Finché, nella vita di Rembrandt si affaccia un’altra donna, e per Geertje non c’è più posto. Manipolatore, donnaiolo, freddo e calcolatore: il ritratto di Rembrandt che emerge da questo romanzo è inedito e scandaloso, e per la prima volta la figura di Geertje viene raccontata in tutta la tragica forza della sua lotta per la verità. Una verità che tuttora non è stata portata completamente alla luce – così come il misterioso, unico quadro che la ritrae, mai ritrovato.

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (11 maggio 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 288 pagine

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

“È un giorno di luglio del 1650 quando Geertje Dircx viene prelevata per strada dalla polizia cittadina, costretta a salire su una carrozza e portata nella prigione di Gouda. Nessun processo, nessuna possibilità di difendersi: Geertje, in quella prigione, resterà per molti anni. Dietro il suo arresto non c’è che lui. Il suo grande amore. Il pittore più famoso del suo tempo, che sulla tela riesce a dipingere come se Dio stesso illuminasse uomini e cose, stanze e volti, l’uomo cui Geertje ha dedicato gli anni migliori della sua vita, pur senza un matrimonio legittimo, è in realtà un avido protettore della propria reputazione.”

In questo romanzo storico si narra di un episodio della vita del pittore olandese più famoso di tutti i tempi: Rembrandt Van Rijn; ovvero racconta la storia vera di una delle relazioni più scandalose del XVII secolo e anche quella di un misterioso dipinto, mai ritrovato, segno di una grande passione. E’ anche una storia forte, piena di coraggio, di passione e di amicizia, forse una anticipazione del femminismo vero e proprio, mai represso, neanche nella prigionia.

Sarà Geertje Dircx, la protagonista, a raccontarci in prima persona la sua storia.“La carrozza corre a gran velocità sulle strade sterrate. Con le mani e i piedi legati non posso evitare di sbattere contro le pareti e mi sento tutta coperta di lividi. È già molto che ci siamo lasciati alle spalle il villaggio, ma continuo a non capire cosa mi sia successo”.

Nel 1632, Geertje Dircx, una intrepida e sveglia ragazza di ventidue anni, sogna di andarsene via dalla sua città natia Edam e smettere di pulire il pesce al porto, un lavoro sporco e mal pagato. 

Vince la voglia di andarsene sul dispiacere di lasciare la propria famiglia e gli amici che lei ama profondamente quando la sua amica Trijn, in procinto di sposarsi, le propone di andare a lavorare in una locanda a posto suo.

Così la ragazza parte alla volta di Hoorn, trovando lavoro nell’ albergo locanda il Morriaenshooft. Il lavoro non la spaventa ha le spalle larghe, soprattutto buona volontà. Nonostante il lavoro estenuante e con qualche cliente che allunga troppo le mani: lei si trova bene riuscendo anche a mantenere buoni rapporti sia con la sua famiglia e sia con le sue ex colleghe e buone amiche: Trijn e la cugina Lobberich.

La Morriaenshooft non era certo una locanda di classe ma andava

a gonfie vele, così vicina alla porta della città. Nonostante i clienti

difficili e i palpeggiamenti, mi trovavo benissimo. C’era sempre

movimento e le novità non mancavano mai. Naturalmente si

lavorava senza tregua e a tratti era piuttosto estenuante. “

E in quella locanda, Geertje, incontra l’amore della sua vita: Abraham Claeszoon Outgers, un marinaio trombettiere di bordo. Purtroppo con lui non riesce a condividere molto tempo insieme, a causa dei viaggi di lui, fino a quando, dopo un viaggio, le navi al rientro contano molti dispersi a causa di una tempesta. Abraham è uno di questi. La ragazza è distrutta dal dolore.

Senza Abraham la sala interna

sembrava vuota anche quando era piena, le giornate erano lunghe e

monotone. Anche il lavoro, che prima mi piaceva molto, cominciò a

pesarmi, e capii che, se avevo trovato tanto gradevole la locanda fino

a quel momento, era stato per via di Abraham. Senza di lui, tutto

perdeva il suo splendore.

La vita continua si sa, ma solo grazie alla sua determinazione potrà ricostruirsi un’esistenza.Mentre sta osservando quel mare che le ha portato via il marito, le capita di salvare un bambino che purtroppo muore. I genitori del bambino, visto l’ ammirevole coraggio della ragazza, prendono in considerazione di assumere come bambinaia Geertje.

Vi rimane cinque anni, ma a causa di una crisi economica, la famiglia Beets si vede costretta a licenziarla con grande dispiacere soprattutto perché si era creato un fortissimo legame tanto che Geertje divenne una sorta di madrina per la loro ultimogenita Catarina detta Trijn.

Nel 1942…la svolta..quella terribile svolta !

È strano pensare che la mia vita avrebbe potuto

essere completamente diversa. Magari avrei avuto dei bambini e

forse non avrei mai visto nient’altro che Edam e i dintorni, ma

probabilmente sarei stata felice. Quello era l’andamento normale

delle cose, la vita sicura e prevedibile che aspettava quasi tutte le

ragazze del villaggio.

Niente faceva pensare che la mia sarebbe stata diversa ma,

quando si presentò l’occasione, la colsi al volo.

Viene a sapere, che ad Amsterdam, un certo e affermato pittore, Rembrandt van Rijn, su richiesta della moglie Saskia, ha bisogno di una bambinaia per suo figlio Titus di appena sei mesi .

Arrivata ad Amsterdam, Geertje si reca a casa del pittore, da lui viene valutata in base al suo curriculum di bambinaia. Le sue incombenze non saranno solo quelle di prendersi cura del bambino, ma anche nell’accudire la moglie malata di tubercolosi, e anche all’organizzazione pratica della casa.

Comincia così per Geertje una nuova vita.

Saskia muore e il pittore ne soffre terribilmente la perdita.

Geertje, oramai sui trentacinque anni, cerca di far quadrare il bilancio piuttosto in perdita dell’artista, cercando di rimediare sollecitando al pittore di essere un pò più accondiscendente verso le scelte dei suoi più esigenti committenti. Tutto ciò non è del tutto semplice visto il carattere difficile dell’artista. Rembrandt, dopo un periodo di solitudine si è “perso nei meandri dei suoi pensieri”.

Pensieri, gesti e parole, i suoi, che rapiscono il cuore di Geertje.

La loro relazione alza un polverone di pettegolezzi in tutta Amsterdam.

Il nostro rapporto però rimase a lungo nascosto al mondo esterno; la convivenza al di fuori dal matrimonio era vietata dalla legge, era punita con una grossa multa e se non si correggevano i propri costumi si poteva anche essere allontanati dalla comunità.”

La famiglia di Saskia viene a conoscenza che Rembrandt ha regalato tutti i gioielli della defunta moglie alla sua amante. Hiskia, più di tutti, è su tutte le furie perchè se a Titus, l’erede legittimo, le capitasse qualcosa, l’erede è lei. Il pittore allora chiede a Geertje di fare testamento davanti ad un notaio, lasciando quei gioielli al piccolo Titus, in modo che in futuro tornino alla famiglia, e Geertje accetta la soluzione come corretta.

La domestica Neeltje ha deciso di sposarsi. Geertje cerca una sostituta all’altezza della ex domestica e amica e la trova in Hendrickje Stoffelsdochter, che si presenta con le migliori referenze.

L’arrivo di una giovane domestica rompe l’armomia famigliare in casa Rembrant, e l’esistenza di Geertje, rovinata.

La faceva dipingere!

Non era un lavoro importante e lui poteva cancellare gli errori con

una pennellata, ma non era questo il punto. Io non potevo nemmeno

avvicinarmi al suo cavalletto, ma lei la lasciava pasticciare sulla tela.

Aprii di più la porta e dissi, più calma che potevo: «Ah, sei qui. Ho

bisogno di te in cucina, Hendrickje».”

Così viene buttata fuori di casa come un mucchio di stracci inutili, la reputazione distrutta e non più giovane….

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