L’aquila tra i giganti di Luigi Mattioli

Recensione di Jessica Pennini

Questo romanzo ci porta in viaggio nell’antica Danimarca, al tempo della migrazione dei Cimbri. Una storia ricca di sentimenti, che fa luce su un’epoca lontana da noi, ma che continua a esercitare grande fascino. Sapevo poco di questo antico popolo e questa lettura si è dimostrata da subito molto affascinante, ricca di informazioni su una cultura ormai remota. 

I Cimbri erano un popolo legato fortemente sia alla natura che agli elementi sovrannaturali: il loro potere veniva da loro visto come un qualcosa di divino, non soggetto quindi a qualcosa di materiale. 

“Il bosco è la casa del Cimbro, il tetto è il cielo, le finestre gli spazi tra le foglie e le porte le ha rubate il vento.”

Il legame con la natura appare da subito molto sentito, in quanto questo popolo, come già detto, era estremamente connesso sia all’ambiente naturale sia a quello sovrannaturale che governavano qualsiasi loro azione. 

La figura di Pupil, con la sua complessità di sentimenti e valori, mi ha molto colpita. È un uomo che diventa prima schiavo e poi eroe, un combattente agguerrito che si ritrova a fare i conti con un amore che non può realizzarsi: quello per la sacerdotessa Hiwa, altro personaggio con cui ho avvertito una forte empatia. 

La forza e l’autenticità di questo sentimento, sullo sfondo di innumerevoli conflitti, ha catturato la mia attenzione per la capacità dell’autore di fondere insieme vicende storiche e sentimentali con grande sapienza. 

“L’essenza del tempo è ovviamente il cambiamento”.

Questa frase del testo, che ritengo molto attuale, si adatta perfettamente alle vicende del popolo cimbro. Tutto cambia ed è soggetto al trascorrere del tempo, tranne l’amore, quello vero e incondizionato, che perdura sempre. 

Lo stile dell’autore è scorrevole e curato, ed è stato in grado di raccontare ogni vicenda in modo fluente. 

Ho apprezzato molto anche le descrizioni dei luoghi, dei costumi che sono molto accurate, senza tralasciare nessun dettaglio.

Jutland, oggi Danimarca, al tramonto del II secolo a.C. L’epica migrazione di un intero popolo, i Cimbri, osservata attraverso lo sguardo curioso e disincantato di un ufficiale romano, che si trova suo malgrado coinvolto nella loro avventura. Due civiltà a confronto, distanti da un punto di vista geografico e sociale, che alla fine mostrano di avere più valori in comune di quanto si creda. Coraggio, valore, forza bruta, ma anche onore, amicizia, lealtà, passione e nobili sentimenti. Attraverso un’Europa ancora selvaggia, marce estenuanti si alternano a lunghe soste e a battaglie sanguinose e improvvise. Il tutto animato da donne e uomini veri e credibili, così lontani, ma allo stesso tempo così vicini a noi, nella loro vivida umanità.

  • Editore : Aporema Edizioni; Prima Edizione (1 gennaio 2018)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 380 pagine
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