Le 10 mappe che spiegano il mondo. Nuova ediz. di Tim Marshall 

Per comprendere quel che accade nel mondo abbiamo sempre studiato la politica, l’economia, i trattati internazionali. Ma senza geografia, suggerisce Tim Marshall, non avremo mai il quadro complessivo degli eventi: ogni volta che i leader del mondo prendono decisioni operative, infatti, devono fare i conti con la presenza di mari e fiumi, di catene montuose e deserti. Perché il potere della Cina continua ad aumentare? Perché l’Europa non sarà mai veramente unita? Perché Putin sembra ossessionato dalla Crimea? Perché gli Stati Uniti erano destinati a diventare una superpotenza mondiale? Le risposte a queste domande, e a molte altre, risiedono nelle dieci fondamentali mappe scelte per questo libro, che descrivono il mondo dalla Russia all’America Latina, dal Medio Oriente all’Africa, dall’Europa alla Corea. Con uno stile chiaro e una prosa appassionante, Marshall racconta in che modo le caratteristiche geografiche di un paese hanno condizionato la sua forza e la sua debolezza nel corso della storia e, così facendo, prova a immaginare il futuro delle zone più calde del pianeta.

  • Editore ‏ : ‎ Garzanti; 5° edizione (14 maggio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 324 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Ho fatto il giro del mondo virtuale, ma non è stato un viaggio di piacere, non ho visitato luoghi, né visto paesaggi o monumenti, non ho scoperto posti nuovi e nemmeno incontrato altri popoli coi loro usi e costumi.
Questo viaggio che ho intrapreso leggendo il libro di Tim Marshall ” Le 10 mappe che spiegano il mondo ” è  legato solamente alla geografia dei vari Stati e all’influenza che la loro posizione ha avuto sulla loro storia, favorendo la nascita di diverse popolazioni e definendo sia la loro politica che  la loro economia.

“Non c’è storia senza geografia.”

Tim Marshall è un inviato di  guerra  che per trent’anni ha collaborato con la BBC e Sky News come corrispondente estero, è stato in Kosovo, in Afghanistan,  in Iraq, in Israele e in tante altre zone “calde” dei nostri tempi.
Consapevole che non si può raccontare la geografia e la storia recente di uno Stato senza conoscerne il passato, l’autore, in modo semplice e conciso,  descrive per ogni paese, come è nato il territorio, la sua morfologia, i primi insediamenti e tutte le influenze positive o negative, causate dalla geografia di una certa area fino a oggi.

“Nel 1916, il colonnello sir Mark Sykes, un diplomatico inglese,  prese una penna a china e tracciò una linea arbitraria su una cartina del Medio Oriente.  Andava da Haifa sul mediterraneo,  nell’attuale Israele, a Kirkuk (oggi in Iraq) nel nord-est, e fu la base dell’accordo segreto che stipulò con il suo omologo francese François Georges-picot per dividere le regioni in due sfere d’influenza,  nell’eventualità che la triplice intesa sconfiggesse l’impero ottomano nella prima guerra mondiale.  La parte a nord della linea sarebbe finita sotto il controllo francese,  mentre la parte a sud sarebbe stata assoggettata all’egemonia britannica. “

Scritto nel 2017 questo saggio  colpisce per  le “previsioni future” dell’autore che, conoscendo perfettamente la geopolitica dei luoghi dove ha lavorato, ipotizza alcuni scenari di guerra che potrebbero scatenarsi in Stati come L’Afganistan o l’Ucraina, ad esempio… eh già, Tim Marshall ha predetto una realtà che si è verificata negli ultimi mesi e a cui stiamo assistendo impotenti.
L’autore spiega in modo analitico, perché le invasioni, le guerre, le carestie o al contrario il benessere di un paese, dipende dalla morfologia del suo territorio; l’importanza del mare ad esempio, per gli scambi commerciali o le difficoltà di certe zone impervie di espandersi…
“Il Gran Principato di Moscovia – si chiamava così- era indifendibile. Non c’erano montagne, non c’erano deserti e i fiumi erano pochi. Era tutta una pianura, e al di là della steppa, verso sud e verso est, bivaccavano i mongoli. L’invasore poteva avanzare a suo piacimento, e c’erano poche postazioni difensive naturali in cui insediarsi. “

La geopolitica è anche il perno delle strategie di guerra, India e Cina ad esempio, non sono mai entrate in conflitto perché separate dalla catena dell’Himalaya ed entrambi i Paesi sono consapevoli che superarla è un’impresa impossibile per qualsiasi esercito.
Per questo motivo gli investimenti degli ultimi anni di Cina e India,per aumentare la loro potenza navale, preoccupa il resto del mondo; lo scenario di una guerra in mare di questi due territori, secondo Tim Marshall, non è da escludere in un lontano futuro.
E mentre l’Europa, grazie ai fiumi e ai mari navigabili, alle innumerevoli risorse, alle pianure e alle montagne che sono vere  barriere di difesa naturali, si è potuta espandere; la Russia, nonostante comprenda un territorio immenso, seppur in parte impervio, ha un grosso problema: non ha nessuno sbocco sul mare.
Solo la Crimea ne è provvista e per questo è fondamentale per il governo russo che questa zona resti sotto il proprio dominio, da qui si può dedurre, che fino a quando non avrà questa garanzia, la guerra in Ucraina, per Putin, non cesserà…

“Finché a Kiev comandava un governo amico, i russi potevano avere la certezza che la loro zona cuscinetto sarebbe rimasta intatta e avrebbe protetto la pianura nordeuropea. Sarebbe accettabile persino un’ Ucraina studiatamente neutrale,  che promettesse di rimanere fuori dall’ UE o dalla NATO e di rinnovare la concessione sul porto di Sebastopoli,  nelle acque temperate della Crimea. Ma un’Ucraina filo-occidentale, desiderosa di entrare nelle due grandi alleanze,  e che mettesse in discussione l’accesso della Russia al suo porto sul mar Nero? Un’Ucraina che un giorno potrebbe addirittura ospitare una base navale della NATO? Un paese del genere non si potrebbe proprio tollerare.”

Gli argomenti che affronta questo saggio sono davvero tanti, lo sguardo, seppur  superficiale, sul mondo del passato e di oggi, aiuta il lettore a comprendere meglio gli scenari che stiamo vivendo; e purtroppo le considerazioni che l’autore rilascia a fine libro, non sono rosee… il cambiamento climatico secondo Marshall, porterà conseguenze e modifiche drammatiche in molti paesi e non si può escludere che in futuro lontano, si scateneranno guerre a causa della scarsità dell’acqua. 
L’uomo continua ad osservare il cielo con la speranza di trasferirsi su Marte o altri pianeti, senza rendersi conto che in realtà è prigioniero della geografia e ovunque andrà ritroverà gli stessi identici problemi, se nel frattempo non  cambierà la sua mentalità da conquistatore a rappresentante di tutta l’umanità.

“La Cina non è tenuta, né sul piano diplomatico né sul piano economico, al rispetto dei diritti umani nei suoi rapporti con il mondo. Ha messo in sicurezza i propri confini,  forzando i vincoli della prima catena di isole, e adesso si sta espandendo liberamente in tutto il mondo. Se riuscirà ad evitare un conflitto armato con il Giappone o con gli Stati Uniti, allora l’unico pericolo per la Cina sarà la Cina stessa.”

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