L’Eneide di Didone  di Marilù Oliva

Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo. Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.

  • Editore ‏ : ‎ Solferino (17 febbraio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 272 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Un nuovo romanzo che Marilù Oliva dedica alle donne della mitologia, questa volta sarà Didone a raccontare, raccontarci la sua storia.

Qui invece potete trovare la recensione al romanzo L’Odissea: raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre

Una lettura intensa, ci ho messo diversi giorni a decidere di scriverne, ancora non so bene quale piega prenderà il mio pensiero ma leggere di questi personaggi è sempre un momento di intensa riflessione per i parallelismi che possiamo fare con il nostro oggi.

La scrittura di Marilù Oliva è eccelsa, inutile ripeterlo lo so ma lo è, intensa, evocativa, trascinante.

In questo nuovo romanzo che ha un taglio diverso dai soliti canoni, vediamo, come su un palcoscenico, intervenire alternativamente Didone, Giunone, Venere.

“So bene di essere privilegiata, per questo non abbasso mai la guardia. Dormo sonni interrotti, la notte, distratta dalle stelle che in questo cielo splendono come se stessero per toccarci, preoccupata di giorno, che qualcuno ci voglia attaccare…”

La storia è una storia d’amore che conosciamo bene dall’Eneide di Virgilio. Una storia bellissima quanto tragica, quella di Didone e di Enea. Le due dee invece, che intervengono, sono le protettrici dei due, si consuma tra di esse una estenuante battaglia in difesa dei rispettivi protetti.

La Didone di Marilù Oliva è quella che noi tutte forse vorremmo sentire, quella di una donna potente che non si arrende, che si arma di astuzia e coraggio, non è quella che conosciamo e che si vuole uccisa per amore, una regina… suicida per amore.

E’ attraverso i suoi pensieri oltre che a quelli di Enea e delle dee che giungiamo a un risvolto inaspettato. Attraversiamo così i mari tempestosi della mente umana: del tradimento che non riguarda questa vicenda ma che fa parte della vita, e “… ti tradisce veramente non lo sconosciuto, ma colui di cui tu ti fidi”, della rabbia che “... è un’amica infida, perchè ti blandisce fuori mentre ti divora dall’interno”, del coraggio “… si affloscia così presto nei mortali quando sono sballottati dal pericolo, una raffica d’aquilone squarcia la vela e innalza le onde alle stelle”.

Il racconto di Enea a Didone è salvezza per il futuro della regina, ma nel mentre che lei ascolta noi ci beiamo e riviviamo le vicende, la guerra, la fine di una civiltà, le perdite, l’angoscia tutto come se avessimo il dono di sorvolare queste antiche vicende.

Restiamo ancora una volta stupefatti di cosa possono gli uomini sotto a questo cielo, come se nulla fosse possibile decidere agli uomini ma come se tutto fosse già scritto. Enea crede negli dei e nelle loro apparizioni e manipolazioni, Didone no ma comunque insieme vivono la trama tessuta per loro.

“... intanto io cospargo l’etere di polvere di Vita frammista a polvere di morte, perchè così impone il ciclo eterno dell’Universo”

Immaginiamo questa Didone che si vede a poco a poco sostituita da Enea, diviene per lui quasi una zattera in caso di perdita della nave, lei invece ci si attacca, alcune sere nemmeno la guarda, così preso ad essere idolatrato dalle folle. Lei che si è sempre bastata ora si trova a elemosinare qualche istante con lui. Suona, immagino, molto famigliare come vicenda… ebbene però ricordate che Didone è una guerriera e che in questo libro le cose non vanno come abbiamo sempre sentito. Una rivisitazione che ci fa riflettere.

Oggi imparo una grande verità: quanto più una menzogna è inammissibile, tanto più, se sostenuta con impeto, verrà creduta dalla folla sprovveduta”

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