#letturacondivisa – Il pittore di anime di Ildefonso Falcones

Barcellona, 1901. La città attraversa un momento di estrema tensione sociale: la miseria delle classi più umili si scontra con il lusso dei grandi viali, nei quali originalissimi edifici appena sorti o in costruzione annunciano l’arrivo di una nuova e rivoluzionaria stagione artistica, il Modernismo. Dalmau Sala, figlio di un anarchico giustiziato dalle autorità, è un giovane pittore e ceramista che vive intrappolato tra due mondi: da un lato quello della sua famiglia e di Emma Tàsies, la donna che ama, entrambe attivamente impegnate nella lotta operaia; dall’altro, quello del lavoro nella fabbrica di ceramiche di don Manuel Bello, il suo mentore, ricco borghese dalla incrollabile fede cattolica.

Isabella Novelli A me è piaciuto molto sotto il punto di vista storico, perché mi ha permesso di conoscere artisti e opere di un periodo che per quanto riguarda la Spagna conoscevo pochissimo (a parte Gaudí). La storia invece l’ho trovata troppo prolissa e melodrammatica, anche se mi è piaciuta la figura di Emma che lotta per affermare le sue idee ad ogni costo e per ottenere un domani migliore. La figura invece del protagonista maschile Dalmau è eccessiva in tutto e portata troppo agli estremi, quasi inverosimile. Interessante l’ambientazione, anche se di Falcones ho preferito “La cattedrale del mare” di cui ho letto anche il seguito, “Gli eredi della terra” che mi aveva convinto meno. Forse un po’ troppo prolisso come scrittura, Falcones mi piace come autore, anche se a volte può risultare un po’ pesante.

Giancarla Erba Un libro molto articolato, che inizia decisamente in salita, con un eccesso spasmodico di descrizioni che talvolta nulla aggiungono al senso della storia, ma che poi entra nei meccanismi degli avvenimenti e ci trasporta attraverso un inizio secolo spagnolo decisamente movimentato.La storia di Dalmau Sala, figlio di una coppia di anarchici e il cui padre è stato ucciso proprio per le sue idee, è parallela a quella di Emma, anche lei figlia di un anarchico ucciso in carcere e cresciuta vicino alla famiglia di Dalmau e molto amica della sorella. I due ragazzini si fidanzano e lui, che la madre ha insistito per farlo studiare, trova lavoro nel laboratorio di un famoso artista e produttore di ceramiche di rivestimento. È lì che Dalmau sviluppa la sua passione per il disegno unita alla sua generosità che lo porterà a fidarsi eccessivamente di una ragazzina, Maravillas, che però mal ripagherà l’affetto che Dalmau le riserva. A causa sua, e della morte della sorella per un litigio, il rapporto con Emma andrà a rotoli e sarà l’inizio di una discesa verso l’oscurità intrisa di alcool e droga. Dopo un periodo buio e drammatico, durante il quale morirà la figlia del suo mentore perché si era iniettata della droga di Dalmau in maniera totalmente inconsapevole, morirà il marito di Emma sempre a causa di Maravillas, tutti i tentativi dei due ragazzi di vivere una vita normale a Barcellona si rivelano infruttuosi: Emma costretta a prostituirsi per far mangiare sua figlia e Josefa, la madre di Dalmau, e lui in cerca di lavori umili decisamente inadatti alle sue capacità ma che facilmente perde per l’odio infinito del suo ex datore e mentore Manuel Bello che lo osteggia in tutti i modi possibili. Sullo sfondo di questa storia intimista, la Barcellona dei primi ‘900, le lotte anarchiche e sindacali, la prevalenza della Chiesa sulle questioni sociali ed economiche e la quotidiana vita della povera gente costretta ai lavori più umili e mal pagati per sopravvivere, tutto questo porterà al naturale epilogo della storia della famiglia Sala, ma che vedrà ancora la Spagna in fermento per le lotte operaie.Bella la storia, anche se alcuni punti focali sono come lasciati a metà, non sappiamo che fine fa Maravillas che, tutto sommato, è l’artefice della maggior parte delle disgrazie dei due protagonisti; e per Josefa, grandissimo personaggio fatto di tenacia ed umiltà che risolve situazioni apparentemente disperate, forse mi sarei aspettata una maggiore considerazione e un’ultima parte di vita; ma l’insieme è una vicenda affascinante, che trascina ma che per alcuni versi lascia l’amaro in bocca, non solo per i fatti tragici del periodo e per la consapevolezza che in ogni epoca, se nascevi dal lato sbagliato della società eri tragicamente predestinato, ma anche perché, anche una volta che la storia prende una piega diversa, c’è qualcuno che ne paga le spese.

Giovanna Cosatto Mi è piaciuto molto,le descrizioni minuziose di alcune costruzioni ,particolari etc mi hanno permesso di visualizzarli benissimo ! Poi grazie alla condivisa ho potuto approfondire alcune cose che avete messo in evidenza.grazie di questa avventura! E grazie dei commenti che mi fanno riflettere su alcuni passaggi che avevo sorvolato!

Stefania Scaramucci Questa lettura ,ambientata nella Barcellona dei primi del novecento, ha suscitato in me emozioni contrastanti: mi ha affascinato nelle descrizioni artistiche, come quando si narra del protagonista Dalmau che riesce a catturare e rappresentare nei suoi disegni la vera essenza dell’anima delle persone che ritrae , o le descrizioni delle varie opere architettoniche in costruzione con le loro strane e innovative forme decorate con la ceramica:” Dalmau viveva in un mondo fantastico, quello di un artista abituato a trasformare i sogni in realtà sulla tela o nelle ceramiche.””Era quello, lo spirito che ribolliva dentro Dalmau: lo spirito della creatività e dell’immaginazione più sfrenate, della costante sensibilità in tutto ciò che faceva, toccava o guardava”Di contrasto però , c’è la durezza e la grande difficoltà della vita quotidiana delle classi più povere , costrette spesso a vivere e lavorare in condizioni precarie e opprimenti, scatenando così scioperi e rivolte, alla ricerca di diritti che per noi al giorno d’oggi sembrano scontati, pagine che fanno riflettere sulla vita e sull’umanita’ in genere.Una lettura istruttiva, che lascia il segno e che mi ha fatto molto piacere condividere con voi.

Paola Nevola Falcones è uno scrittore che apprezzo, ho letto tutti i suoi romanzi e mi mancava solo quest’ultimo. Il suo stile nelle storie che narra è caratterizzato da un clichè che si distingue per il dramma che vivono i protagonisti, una certa violenza e lascivia nei confronti del sesso femminile, il male e la rivincita sul male. Anche questo romanzo ha questa impronta.La scrittura procede alternando brani con lunghe descrizioni a volte ripetitive e altri avvincenti per le varie vicende dei protagonisti.La storia che si svolge nei primi del ‘900 focalizza un periodo storico molto interessante dal punto di vista sociale: la lotta delle classi più disagiate che cercano di emergere dalla povertà, in cui l’alta borghesia, per i propri interessi economici vuole mantenere, con l’appoggio del clero che aiutando i poveri li mantiene in uno stato di remissività e umiltà.I personaggi principali sono una coppia di fidanzati atei: Dalmau Sala, figlio di un anarchico morto in carcere, è un bravissimo disegnatore di ceramiche, gli azulejos, il suo datore di lavoro Don Manuel gli fa da mecenate, ma al contempo cerca di convertirlo e sfrutta le sue doti per arricchirsi.La Barcellona di quell’epoca attraversa un altro fenomeno drammatico che mi ha lasciata costernata, migliaia di bambini straccioni che vivono per strada di espedienti senza nessuno che loro stessi, senza speranza e senza nessun aiuto, da qui si evince tutta l’ipocrisia della Chiesa e dei benestanti.Dalmau, il cui sogno è quello di dipingere, attratto da questi bambini li invita per pochi spiccioli a farsi ritrarre, cattura lo sguardo di Maravillas cogliendo l’anima di questa creatura.Emma è una giovane anarchica la sua carissima amica e sorella di Dalmau muore su una barricata. A partire da questo episodio è un susseguirsi di eventi drammatici ed errori che man mano portano Dalmau a fare uso di droghe e bere fino a toccare il fondo.L’artefice principale è la figura emblematica di Maravillas, che vive una sorta di gelosia nei confronti di Emma, ruba i nudi di Emma che Dalmau a ritratto, vendendoli in un postribolo, questa ragazzina tira le fila in un gioco ambiguo di bugie, è dannazione e salvezza.E anche per Emma inizia una discesa agli inferi, perde il suo lavoro e si adatta a lavori umilianti, sposa un muratore da cui ha una figlia, ma rimasta vedova si umilia fino a prostituirsi per mantenere un lavoro.A questo punto della storia sicuramente Falcones calca la mano sulla lascivia degli uomini, la povera Emma trova solo depravati lussuriosi che sono disposti a darle un lavoro in cambio di favori sessuali, ma la condizione della donna era veramente difficile specialmente se sola, poche possibilità di lavoro mal pagato e sfruttamento.Anche gli uomini vivevano una condizione di sfruttamento lavorativo, sottopagati con orari interminabili; la goccia che ha poi fatto traboccare il vaso è stato l’arruolamento dei riservisti molti dei quali con famiglia.Scioperi, barricate e insurrezioni si susseguono con le donne in prima linea a rivendicare i propri diritti, Emma è una delle donne che più si mette in mostra facendo parte del partito repubblicano. Tutto ha poi il culmine con la Settimana Tragica quando gli insorti danno fuoco a chiese e centri religiosi. Dalmau sarà additato come il fomentatore in quanto i suoi quadri, donati alla casa del popolo, rappresentano luoghi di culto in fiamme.In questo contesto sociale fa da contrasto la bellezza di Barcellona che il Modernismo ha esaltato, Falcones ci porta a seguire le costruzioni di architetti di fama come Gaudì, Domenech che lasciano a bocca aperta per l’estro artistico.Tra i tanti personaggi voglio ricordare Josefa la madre di Dalmau, malgrado le avversità della vita è una donna madre che aiuta Emma come una figlia, pronta al sacrificio pur di tener insieme le persone che ama.Come già detto all’inizio Falcones offre sempre una rivincita e Dalmau ed Emma dopo molte traversie risorgeranno. Un romanzo denso di avvenimenti e personaggi, Barcellona ne è protagonista, mi ha mostrato cose che non conoscevo e portata a riflessioni, merita sicuramente di essere letto

Eliana Corrado Un libro molto molto lungo (forse troppo) e complesso da riassumere, ma interessante che racconta uno spaccato storico di cui non sapevo nulla: le lotte della classe operaia per condizioni lavorative migliori, migliori salari contro il sovrapotere della borghesia e degli imprenditori; nonché le spaccature, anche violente, tra i non cattolici e i credenti, cristiani che vogliono piegare in tutti i modi alla fede i primi.Protagonista indiscussa è la Barcellona (ma anche tutta la Spagna) che agli albori del 900 fu teatro di scontri più violenti e sanguinosi di queste lotte, scenario di manifestazioni e guerruglie civili che la ridussero in miseria. Ed la miseria, quella più nera, l’altra protagonista del libro, con tutto ciò che essa si porta dietro: la fame, le malattie, la violenza, i soprusi, i trinxerras (bambini cenciosi e mendicanti che vivevano di elemosine ed espedienti), gli abusi sulle donne in cambio di un salario e un lavoro miseri.E poi c’è l’arte, col filone del modernismo e i suoi principali esponenti, Gaudì in testa.In tutto questo mega scenario, si muovono i personaggi principali, Montserrat, Dalmau, Josepha ed Emma che altro non sono che interpreti fisici di tutto quanto detto sopra.Non mi dilungo sulla trama (monumentale), ma il libro di Falcones non mi ha convinta del tutto. Pur essendo interessante, a tratti coinvolgente, mi ha in parte annoiata: troppe descrizioni particolareggiate ma del tutto superflue, troppi, e troppo spesso, “riassunti” di ciò che era accaduto prima (senza che ce ne sia affatto bisogno). E pure certi angoli visuali sono molto maschilisti e anche semplicistici; a mio avviso, Falcones inciampa in cliché e luoghi comuni che non mi aspettavo (la donna bella e sensuale che tutti vogliono possedere, ma che è anche una Rambo). E un pre-epilogo che è molto da… “quel ramo del lago di Como” di manzoniana memoria. E il finale, in sé, mi ha un po’ deluso.Ci sono momenti emozionanti e di sicuro è un libro che si fa leggere, per la storia narrata che non manca di qualche colpo di scena, qualche momento di vero e profondo pathos, ma nel complesso il libro non mi ha conquistata.Il personaggio che più mi è piaciuto è stato Maravellis, che è anche il peggiore sotto il profilo umano, ma almeno è il più coerente con sé stesso fino alla fine, paradossalmente il più umano anche se pessimo e cattivo. E in generale, forse, Falcones riesce meglio nei personaggi laidi e torbidi che in quelli che hanno un’anima.

Cinzia Cogni Ho faticato molto a finire questo romanzo, l’autore si dilunga troppo nei particolari anche irrilevanti e la storia è già complessa di suo.Falcones però, ha il merito di aver scritto un romanzo originale che racconta una Barcellona poco conosciuta, quella degli inizi del ‘900 , fra scontri sociali tra le classi operaie e quelle agiate, dove emergono aspre tensioni contro la chiesa, ma al tempo stesso una città in pieno fermento artistico, dove la corrente del modernismo sta portando grandi cambiamenti.C’è di tutto in questo romanzo: dalla bellezza artistica alla più infima miseria, dai grandi ideali alla vendetta, dalla violenza fisica al vero amore che resiste alle difficoltà e ai cambiamenti della vita… insomma, una storia che non lascia indifferenti, peccato per le infinite pagine a mio parere “inutili” che non sempre incalzano a proseguire nella lettura.

Mariagrazia Pazzaglia Un libro molto importante di un autore di un certo spessore, ma che non ha rispettato le aspettative. Non amo in modo particolare quel periodo storico, le lotte sociali a Barcellona nei primi del ‘900, ma le descrizioni di tutti gli avvenimenti le ho trovate eccessive e prolisse. I protagonisti Dalmau ed Emma, due sfortunati all’ennesima potenza, due disgraziati proprio segnati dalla vita. La prima parte è stata un po’ pesante da leggere, mentre la seconda, più scorrevole, si legge con più facilità. Interessante la descrizione delle correnti artistiche del tempo come il Modernismo prima e del Cubismo dopo. A mio parere troppo ripetitivo….quasi 700 pagine….troppe… sarebbe stato migliore con meno pagine, evitando le tante descrizioni e ripetizioni. Sono però contenta di aver fatto questa condivisa, leggendo un libro diverso da quelli che sono solita leggere. Grazie a tutti per gli approfondimenti molto interessanti che hanno reso la lettura in compagnia molto più bella e soddisfacente!🙂

Claudia Pellegrini Non ho partecipato alla lettura condivisa in quando lo avevo giá letto da tempo. Nonostante abbia amato tutti i libri di Falcones questo mi ha interessato meno. Probabilmente la causa va ritrovata nell’ambientazione storica che non è una delle mie preferite, il 900 lo vedo (erroneamente) come un periodo troppo vicino all’attualitá e quindi in un certo senso privo del fascino della storia. E credo che questo sia l’unico motivo che mi ha portato a ritenere questo libro il peggiore di Falcones tra quelli letti. Per il resto è scritto ovviamente benissimo, Falcones è mostro sacro e non merita giudizi negativi, eppure, se l’ambientazione storica fosse stata piú lontana nel tempo…. Il personaggio di Emma però è bellissimo, come tutte le altre donne di Falcones è melodrammatico alla massima potenza ma molto profondo.

Sara Valentino La mia prima lettura a un’opera di Falcones, ammetto che mi aspettavo qualcosa di più e qualcosa di meno. Da un autore acclamato mi aspettavo una narrazione più coinvolgente e meno prolissa. Detto questo, faccio un’altra premessa, il periodo storico così recente non mi è nemmeno tanto congegnale. La storia tutto sommato mi è piaciuta, in alcune parti devo dire che sono anche stata molto calamitata. Certamente l’autore non si lascia intimorire e consegna tragedie e disgrazie a volontà. Ciò che bisogna apprezzare è l’attenzione volta a raccontare le prese di posizione della popolazione di classe più bassa verso i potenti, le classi più abbienti, i Modernisti, i datori di lavoro e la Chiesa. Dalmau Sala e Emma sono due fidanzati, figli di anarchici e sostenitori anch’essi della causa che li ha resi orfani dei padri. La loro storia vedrà una brusca interruzione durante la quale le loro vite e vicende saranno costellate da avvenimenti che li segneranno profondamente nel cuore, nel fisico e nell’anima. I “cattivi” non mancano certamente e ci troviamo a provare dei sentimenti di odio profondo nei confronti di personaggi che hanno un’anima nera. Nel complesso è stato molto interessante il viaggio nella Barcellona del 1900, parlando di stile di vita, di arte e di usanze ma anche di visione per lo scontro nel divario potente tra i poveri e i ricchi. La lettura condivisa è stata davvero molto partecipata perchè il romanzo ci ha spinto ad approfondire molti aspetti, luoghi e usi. Uno sguardo sul mondo dei “miserabili” quelli che non hanno più nulla da perdere fuorchè l’anima. Un romanzo sull’amore, quello unico e potente di una madre, ma anche un quadro della situazione che vivevano le donne a quel tempo, i compromessi a cui scendere che poi scavano così a fondo da togliere ogni possibilità di vivere, le lotte in nome di un ideale che poi rischiano, come sempre, di eccedere nell’oltre. E l’arte… Dalmau è un pittore e la sua arte saprà essere il filo conduttore, nel bene e nel profondo del male, della sua esistenza perchè a volte, o forse sempre, il successo offusca la mente e lo fa nella stessa misura in cui la miseria può togliere la ragione. “Il dolore e la rabbia, come tante altre emozioni, non si scordano, si mettono solo da parte, e rinascono con vigore con una semplice scintilla pronta a ravvivarli”

Emilia Milucci Guido Avevo iniziato “Il pittore di anime” più di un anno fa, appena finito “La cattedrale del mare”, ma l’ho abbandonato quasi subito…forse non era facile un “salto” di 300 anni!Questa volta, invece, sono stata subito “catturata” dalle vicende di Emma, Montessat, Dalmau…e dal fermento socio-politico e culturale della Barcellona agli inizi del ‘900, con l’affermazione del modernismo e lotte operaie.Anche in questo romanzo ho ritrovato pregi e difetti tipici di Falcones, un autore che amo…ma con qualche riserva.Indubbiamente ha la capacità di trasmettere l’atmosfera del luogo e del periodo storico: sembra di percepire suoni, odori, colori, luci ed ombre; si ha l’impressione di vivere “nei” protagonisti, condividendone, pensieri, sensazioni ed emozioni.Però…diventa a tratti eccessivamente prolisso e ripetitivo o addirittura banale (come quando descrive i 2 o 3 amplessi “obbligatori da contratto😁).Anche la trama ricalca il suo solito cliché da fiaba/telenovela, con le innumerevoli vicissitudini che deve superare il protagonista (il giovane povero, ma dalle grandi qualità), l’immancabile separazione dal grande amore e il cattivo di turno che li perseguita…In quest’ottica anche il finale è prevedibile e scontato.Il fatto che “liquida” i 20 anni finali in un unico capitolo conferma che, per Falcones, la vicenda è in realtà marginale: a lui interessa parlare di Barcellona, del fermento culturale e sociale di inizio secolo, con tutte le speranze, le contraddizioni e i conflitti di quel periodo.In definitiva un romanzo gradevole, anche se non eccelso, che mi ha emozionata e mi ha permesso di conoscere meglio ( o meglio di “vivere”) l’arte e la vita di Barcelons ad inizio ‘900, al quale la condivisa ha certamente “aggiunto” approfondimenti e riflessioni.Voto: 7e mezzo!🤗

Eufemia Griffo Ammetto che non vedevo l’ora di terminare la lettura di questo romanzo. Se dovessi usare un aggettivo appropriato, è “imponente”.Troppo lungo, al punto che sovente la storia ne risente. Si perde quel pathos che invece pervade alcune parti del romanzo. Ho letto diversi capitoli quasi divorandoli, mentre in alcune parti è stato molto faticoso proseguire. Di solito leggo più libri in contemporanea, ma in questo caso è stato impossibile. Detto questo, è un libro che in generale mi è piaciuto. Ho conosciuto una parte della storia della Spagna che ignoravo completamente. Per quanto riguarda i personaggi, il mio preferito è Josefa.È il primo romanzo di Falcones che leggo e certamente non sarà l’ultimo, ma per il momento preferisco cambiare genere e secolo.Ringrazio tutti per gli approfondimenti molto utili. Le condivise sono sempre letture assai piacevoli, al di là delle storie che vengono sviscerate. Grazie a tutti.

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