L’oro degli dei – Marco Buticchi

Grecia, 400 a.C. Pericle, tiranno di Atene, incarica il celebre scultore Fidia di concepire un’opera monumentale per onorare Atena. Nasce così il Partenone, nel quale Fidia colloca un’enorme statua della dea creata utilizzando ben 1137 chili d’oro. In realtà Fidia, d’accordo con Pericle, nasconde l’oro in un luogo segreto, come riserva per i tempi difficili che attendono la città. Ma presto gli ateniesi iniziano a sospettare e il destino dello scultore e del tiranno è segnato. E tutto quell’oro rimane nascosto per secoli… Gran Bretagna, 1802. I collaboratori del diplomatico britannico Lord Elgin incappano in una scoperta sconvolgente: sulla scorta di enigmatici indizi, riescono a individuare l’oro perduto degli dei e spogliano l’Acropoli delle sculture di Fidia. Sulla via del ritorno in Inghilterra, la nave che trasporta i reperti si inabissa nei pressi di una piccola isola, che diventa teatro della più imponente impresa di ripescaggio subacqueo dell’epoca. Ma anche scenario di trame e intrighi letali che vedono gli inglesi scontrarsi con le spie di Napoleone e i temibili servizi segreti del Papato. Oggi. Saranno Oswald Breil e Sara Terracini a provare a risolvere l’enigma della scomparsa e a ricercare l’oro modellato da Fidia, così da riportarlo a casa prima che l’avidità umana lo celi di nuovo al mondo intero. Attraverso un lungo viaggio nella Storia, Marco Buticchi ripercorre un mistero che unisce epoche lontanissime, dall’Antica Grecia agli anni di Napoleone. Sulle tracce di un tesoro di inestimabile valore, verranno svelate verità sepolte da millenni.

  • Editore ‏ : ‎ Longanesi (10 ottobre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 496 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“Quale segreto è così importante da spingere a fare la guerra a Siracusa?” chiese Dafne.
“L’oro. Non c’è altra ragione capace di muovere le guerre.”

Fidia,  famoso scultore e architetto ateniese vissuto intorno al 470 a.c.,  viene ricordato per la costruzione di due statue colossali, oggi scomparse: una all’interno del Partenone raffigurante la dea Atena e l’altra rappresentante Zeus a Olimpia, quest’ultima considerata nell’antichità, una delle sette meraviglie del mondo.
Successivamente Fidia fu accusato, insieme a Pericle, politico e militare ateniese, di aver sottratto una parte dell’oro della città destinato a queste opere e non riuscendo a condannarlo per mancanza di prove, fu  poi processato e imprigionato per empietà.

“…è difficile pensare che il miglior scultore d’ogni tempo rubi l’oro degli dei, ma vi invito a verificare la sua empietà…
Sullo scudo della dea Atena, Fidia ha scolpito in oro il suo ritratto e quello del suo protettore Pericle. Egli si è voluto immortalare al fianco di una dea!”
La popolarità vola sulle ali di una farfalla: appena qualcuno la sfiora, la farfalla non riesce più a volare. Così la folla prese a gridare insulti all’indirizzo di Fidia…

E proprio da questo episodio che inizia a prendere forma il romanzo di Buticchi, un’avventura unica che parte da Fidia passando per Napoleone fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la coppia Oswald Breil, l’agente segreto Israeliano, e Sara Terracini, archeologa italiana, decide di continuare quella caccia al tesoro iniziata secoli prima.
L’oro di Fidia o meglio “degli dei” ,è il filo conduttore che unisce tutti i protagonisti di questa avventura che, pur attraversando i vari secoli, sembra sottolineare quanto l’avidità degli uomini e la sete di potere sia sempre la stessa.
La storia inizia quando Fidia e  Pericle
decidono di nascondere parte dell’oro in un luogo segreto, in previsioni  dei tempi di crisi della città,
convinti che nessuno se ne sarebbe accorto. Purtroppo vengono scoperti,
ma entrambi moriranno senza aver confessato nulla. Il segreto sembra sepolto con loro, in realtà, anche Barnaba, allievo di Fidia,  è a conoscenza del nascondiglio e a causa di questo motivo è costretto a scappare da Atene.
Nei suoi confronti si scatena una vera caccia all’uomo e fortuna vuole che Barnaba sia anche un ottimo comandante che si è sempre distinto per la sua forza, il suo coraggio e il suo onore. Per i suoi nemici non sarà facile catturarlo e avere informazioni.
Secoli dopo i collaboratori del  diplomatico britannico Lord Elgin,
spogliando le sculture di marmo del Partenone, scoprono degli indizi che li portano a recuperare l’antico oro di Atene che viene inserito in due casse e caricate sul brigantino Mentor, vicino a quelle contenenti gli altri reperti ritrovati, da portare in Inghilterra. Le due casse contenenti l’oro non vengono però inserite nella lista del carico, restando di fatto anonime.
La nave purtroppo non giungerà mai a destinazione, si inabisserà con tutto il suo carico e nonostante proveranno in tanti e con i mezzi più moderni dell’epoca a recuperare le casse, alla fine l’oro di Fidia continuerà a rimanere un mistero.
È in questo contesto che entrano in scena le spie del generale Napoleone e i servizi segreti  del papato, ognuno per motivi diversi vuole ritrovare l’oro perduto.

“Sfuggire agli uomini di Napoleone è il motivo principale per cui il Mentor è salpato in tutta fretta. Ma i francesi non sospettavano che, su quella nave, ci fosse un vero e proprio tesoro.”
… “E in cosa consisteva quel tesoro?”
… Malgrado fosse ubriaco, il peso di quel gigantesco segreto rischiava di schiacciarlo. Non ce la faceva a tenerlo tutto per se.
“Oro, comandante. Una tonnellata d’oro. Una quantità inimmaginabile.”

E giungiamo ai giorni nostri quando Oswald e Sara iniziano a fare ricerche sull’oro di Fidia e scoprono una tela ricca di messaggi inerenti il tesoro scomparso, una specie di mappa che li conduce all’isola greca di Cerigo dove all’inizio del XIX secolo è naufragato il Mentor.
A questo punto la domanda nasce spontanea:” riusciranno i nostri eroi a trovare l’oro degli dei e a riportarlo in superficie?”
Se la trama vi sembra già complicata così,  sappiate che in realtà è anche più complessa,  sono tantissimi gli eventi e i personaggi che gravitano attorno a questa storia, tra l’altro raccontata senza seguire la linea temporale, ma saltando tra i vari periodi storici.
In questo romanzo ho percepito tantissimo la passione di Buticchi verso l’arte e l’amore per il mare, ho ammirato il suo modo di intrecciare le vite dei personaggi, di renderli tutti enigmatici, sospettabili, mai completamente chiari nei loro comportamenti, lasciando al lettore  dubbi e curiosità che invogliano a continuare la lettura  fino all’ultima pagina.
Personaggi storici e fatti realmente accaduti si amalgamano perfettamente alla fantasia dell’autore che in modo assolutamente credibile, è riuscito a creare una storia avventurosa, singolare, enigmatica, ricca di phatos e sentimenti,
dove uomini del passato non sono poi così diversi da oggi, tutti animati dalla stessa voglia di ritrovare il tesoro… che sia per avidità, per gloria o semplicemente come sfida personale, non importa, è un richiamo ancestrale a cui è impossibile sottrarsi.

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