M. Il figlio del secolo (Il romanzo di Mussolini Vol. 1) di Antonio Scurati

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci.
Lui in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”.
Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia.

Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa.
Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana.

  • Editore ‏ : ‎ Bompiani (12 settembre 2018)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Pagine : 848

Recensione a cura di Giancarla Erba

Fare una recensione di questa opera monumentale non è sicuramente facile, come non è facile affrontarla e “digerirla” come se fosse un normalissimo libro. 

Intanto si presenta come un romanzo, ma secondo il mio punto di vista,  somiglia più a una  cronaca costantemente aggiornata dei fatti così come si sono svolti. 

Una  cronaca che, a seconda dell’argomento, richiedeva un cronista di nera, uno politico, uno giudiziario e uno di gossip e Scurati li incarna tutti molto bene riuscendo a spostare l’attenzione ora su un tema, ora su un altro con abilità da giocoliere. 

La storia la conosciamo: ascesa, trionfo e sconfitta di un uomo che ha inciso talmente sulla storia d’Italia da essere ancora oggi ago della bilancia tra amicizie e inimicizie, tra legalità e illegalità, tra luoghi comuni e fatti controllati e confermati. 

Nella sua narrazione i fatti si srotolano in un susseguirsi di notizie e notiziole, spesso apparentemente irrilevanti ma che sappiamo quanto andranno a incidere nello svolgimento dei fatti che porteranno il nostro Paese dentro al ventennio più buio della nostra era moderna.

“Mussolini e quelli come lui erano stati particolarmente impressionati dal fatto che i socialisti facessero sfilare in testa al corteo donne e bambini. L’odio politico urlato dalle bocche sensuali delle femmine e degli imberbi era spaventoso, gettava nella costernazione e nello sgomento il tipo di maschio adulto che aveva voluto la guerra. Il motivo era molto semplice. A quel maschio, bottegaio, autoritario, patriarcale e misogino, l’urlo antimilitarista e antipatriottico di donne e bambini lasciava presagire qualcosa di terrificante e inaudito: un futuro senza di lui.”

Il suo linguaggio è evocativo, immediato e in poche frasi attraversa ottant’anni di storia della nostra società. In alcuni passaggi è leggero  e quasi spensierato, in altri ferocemente crudo  e agghiacciante, rendendo perfettamente l’idea di cosa stava succedendo.

“Balbo ride. Tra le beffe di cui è maestro si dice che ci sia anche la trovata dell’olio di ricino. Si afferra un indomito socialista, gli si caccia in bocca un imbuto, lo si costringe a bere un litro di lassativo. Poi lo si lega al cofano dell’auto e lo si porta in giro per il paese mentre scorreggia, sfiata, si caca addosso. Un rimedio a basso costo, senza spargimenti di sangue, senza minaccia di arresti. Impossibile non ridere.”

Insomma il lunghissimo racconto di come si è generato quel sonno della ragione che ha portato alle conseguenze che ben conosciamo.  Tutto questo tra amanti  e una moglie arrabbiata, tra incertezza e sicumera, tra convinzioni  granitiche (poche) e voltagabbanismo .

Un tomo lunghissimo (tra l’altro il primo di tre) e di non facile approccio senza dubbio, ma estremamente dettagliato e esplicativo che comincia con il Mussolini socialista e finisce con l’omicidio Matteotti e la resa vigliacca e incondizionata del Re a questo personaggio descritto senza spessore e senza particolari abilità.

Decisivo per approfondire in maniera particolareggiata, una parte importante della nostra recente storia. 

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