Madame le commissaire e la morte in convento – Pierre Martin

Sale sulle labbra, profumo di lavanda nelle narici e negli occhi il mare blu della Provenza: cosa volere di piú? Godersi il momento presente sembra facile, eppure è difficilissimo per Madame le commissaire, anche se, da quando si è trasferita dall’Antiterrorismo della capitale nel dipartimento del Var, ha fatto molti passi avanti. Tanti che, il giorno in cui si trova a visitare insieme all’amica Jacqueline i famosi giardini botanici del Domaine du Rayol, riesce addirittura a bearsi della piacevole sensazione dello scorrere del tempo senza pensare al lavoro. Peccato che ben presto sia il lavoro a riagguantarla: perché sugli scogli rossastri poco sotto di loro giace, immobile, il corpo di una donna, anzi, a giudicare dagli abiti, di una suora. La giovane, il bel viso macchiato di sangue, è morta per la caduta. È scivolata andando in cerca di rare erbe medicinali, come dicono tutti, o forse bisogna ipotizzare qualcosa d’altro, di piú oscuro e inquietante? Anche se il caso non è di sua pertinenza, Madame le commissaire comincia a nutrire piú di un sospetto. Le apparenze ingannano, e forse le conclusioni cui è giunta la polizia – un malaugurato incidente – sono un po’ affrettate. La sua indagine non autorizzata la condurrà in un vero e proprio pellegrinaggio fra i conventi e i monasteri del sud della Francia, perché non ci si può certo aspettare che le suore possiedano uno strumento tanto demoniaco come il telefono… Ma chi, in un luogo cosí sacro, arriverebbe davvero al punto di uccidere? In questa nuova avventura di Isabelle Bonnet e del suo stravagante assistente Jacobert Apollinaire Eustache

  • Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (28 novembre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 336 pagine

Recensione a cura di Lia Angy Fiore

“Isabelle, Isabelle. La tua professione ti ha reso una persona diffidente. Tu credi nel male”.

“Non credo nel male, so che esiste”.

La Commissaria Isabelle Bonnet, ex capo della squadra antiterrorismo di Parigi, si trova nel sud della Francia, in compagnia della sua amica Jacqueline, per un po’ di sano e meritato relax.

Cerca di godersi il momento presente, senza pensare al lavoro, e di concentrarsi sulla bellezza dei famosi giardini botanici del Domaine du Rayol.

Vivere l’attimo, persino assaporarlo, era qualcosa che non aveva mai imparato a fare, né al lavoro né nella vita privata.

Ma stava facendo progressi.

Si costrinse a tenere gli occhi chiusi. La sua vita passata era un ricordo, non incombeva alcun pericolo, da nessuna parte, da nessuno.”

Ma il relax ha i minuti contati…

Sugli scogli sottostanti è appena capitata una tragedia: una giovane suora è morta dopo essere scivolata, probabilmente nel tentativo di raccogliere delle erbe officinali. Questo è ciò che pensa la polizia accorsa sul posto. 

Tuttavia, Isabelle sente che non si è trattato di un incidente e, determinata a far luce sulla vicenda, decide di condurre un’indagine non autorizzata, con l’aiuto del suo geniale e stravagante assistente Apollinaire. 

“Qualcosa disturbò Isabelle mentre la guardava, ma non riuscí a capire che cosa. Non era la bocca imbrattata di sangue. Non solo quella, comunque. Si era forse aspettata che una suora che aveva consacrato la propria vita a Dio sorridesse beata nella morte, con le mani giunte in preghiera? No, certo che no. Che cos’era allora?”

“Poteva essere il destino o, nel caso della suora, un intervento divino, ma comunque Isabelle ora avrebbe fatto tutto il possibile per chiarire i retroscena e trovare il colpevole. L’omicidio della suora non sarebbe rimasto impunito. Quello era il suo fermo proposito, quasi una promessa.”

La suora trovata senza vita apparteneva a un convento un po’ particolare, sia per il limitato numero di suore presenti al suo interno, che per il passato non proprio immacolato di queste consorelle. Suor Albertine, come le altre suore del monastero, dopo aver vissuto nel peccato, aveva ritrovato la via della Virtù e della Fede.

“In quell’ipotesi, la suora poteva essere rimasta vittima del suo passato e aver incontrato il proprio destino nei giardini di Rayol solo perché non era possibile ucciderla dietro le mura del convento.”

Sono tanti gli interrogativi che si affollano nella mente di Isabelle, che decide di trascorrere un periodo all’interno del “Monastère des Bonnes Soeurs” per cercare di fare luce sul caso. 

“Quale delle due donne era stata uccisa? Il colpevole era venuto dal passato e aveva ucciso Odette, oppure si trattava di qualcuno che non sapeva nulla di Odette e che aveva deliberatamente voluto uccidere la suora Albertine?”

Un’esperienza davvero singolare quella di indossare i panni di una suora… 

Tra altri omicidi, lettere minatorie, un abate tanto carismatico quanto inquietante, e un cacciatore dai modi minacciosi, nemmeno in questo convento isolato, tra boschi di querce e castagneti, si può stare tranquilli. Non ci sono barriere che il Male non possa oltrepassare.

“Non solo le persone possono essere possedute da un demone” spiegò. “Ci sono anche luoghi che vengono improvvisamente maledetti. Il nostro convento è stato per secoli un luogo di fede e di pace. Forse il male si è sentito sfidato per questo?”

Madame le Commissaire e la morte in convento” è il quinto libro della serie dedicata alle avventure della Commissaria Isabelle Bonnet, ma può essere letto come un romanzo a sé. È un giallo gradevole, fresco e rilassante, reso brioso da alcuni dialoghi. Non mancano alcuni spunti di riflessione. 

L’ambientazione è molto suggestiva, sembra quasi di sentire il profumo della lavanda e dei boschi di Fragolin, un piccolo paese nell’entroterra della Costa Azzurra, e anche il convento situato nel fitto della vegetazione ha un certo fascino. 

Per quanto il giallo sia ben congegnato e i personaggi ben delineati, è stato soprattutto questo incantevole scenario ad attirare la mia attenzione, e ho apprezzato molto il contrasto tra la pace (apparente) di questi luoghi e la tensione creata dagli avvenimenti. 

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