MARY CELESTE. IL PIU’ GRANDE MISTERO DEI MARI DI Salvatore Lecce & Cataldo CAZZATO

New York, novembre 1872. Il dottor Antonio Gagliardo è braccato da una spietata banda criminale per via di un debito di gioco. Preoccupato per la propria incolumità, sente riaccendersi una speranza di salvezza quando si vede offrire aiuto dal capitano della Mary Celeste, un brigantino pronto a salpare per Genova.
Ma Gagliardo non può immaginare che ad attenderlo c’è una traversata oceanica funestata da tragici eventi, là dove non esiste alcuna via di fuga, dove il vento geme tra gli alberi bardati di vele, dove il mare e il cielo si fondono in un colore unico che inghiotte ogni cosa.
Tra le assi di una trappola galleggiante, circondato da gente sconosciuta, Gagliardo sarà costretto a indossare i panni di investigatore per smascherare la persona che semina morte apparentemente senza motivo, un assassino spietato e senza scrupoli.
Mary Celeste è un viaggio nell’ignoto su cui grava l’ombra di una maledizione, un’inquietante storia ispirata a fatti realmente accaduti, considerata il più grande mistero dei mari.

  • Editore ‏ : ‎ goWare (2 dicembre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 312 pagine

Recensione a cura di Claudia Renzi

L’Amazon era brigantino canadese varato nel 1861. Dopo una buona dose di peripezie a qualcuno saltò in mente di tentare di esorcizzare la sfortuna che sembrava perseguitare l’imbarcazione cambiandole nome in Mary Celeste nel 1869 ma la superstizione insegna che non si deve mai cambiare il nome a una nave e pare che, anche in questo caso, la tradizione pare avesse ragione.

Com’è noto nel 1872 la Mary Celeste fu rinvenuta, senza nessuno a bordo, alla deriva nei pressi dello stretto di Gibilterra e da allora è divenuta, complice anche un racconto di Arthur Conan Doyle, il prototipo della “nave fantasma”. 

Poco tempo prima dell’inquietante ritrovamento, sotto la supervisione del suo ultimo capitano, Benjamin Briggs, si era imbarcato un carico di alcool denaturato destinato a Genova. A bordo, anche la moglie e la figlioletta di Briggs con la sua gatta Poo-uh-poo.

Nella trama intessuta da Lecce e Cazzato, a bordo oltre all’equipaggio e alla famiglia del capitano, c’era anche un passeggero clandestino: il medico Antonio Gagliardo che, imbarcatosi per sfuggire ai creditori, accetta l’unica alternativa che gli rimane per cambiare vita. Ben presto, però, comincia a notare qualcosa di strano, su quella singolare nave, e si ritrova coinvolto suo malgrado in una serie di delitti tanto cruenti quanto incomprensibili, sospettato dagli altri che lui sospetta a sua volta. 

«Dottor Gagliardo, dicono di voi che siete un medico capace 

e un uomo stimato, sposato con una bella donna che a quanto pare 

vi ha dato il ben servito. Questo perché evidentemente avete dei difetti. 

Uno su tutti: non pagate i debiti.»

Lo stile dei due autori è pulito, erudito ma mai noioso, e intreccia convincentemente finzione con realtà storica, rendendo piacevole la lettura di una delle possibili spiegazioni del mistero della Mary Celeste

I personaggi sono ben caratterizzati, sia quelli reali che quelli inventati; la trama risulta avvincente. Per chi ama il filone delle “navi fantasma” questo è un buon romanzo, ricco di dettagli storici documentati, con ricco glossario, bibliografia e apparato fotografico alla fine.

«Questo brigantino è in credito con la sorte.»

Gagliardo, che già si apprestava a salire, si voltò di scatto.

«In che senso?»

«Nulla, non fateci caso. Andiamo…»

Gagliardo era sul punto di replicare, ma ci ripensò. 

Non voleva rimanere un secondo di più là sotto,

Il 4 dicembre 1872 il brigantino fu avvistato alla deriva a vele spiegate verso lo stretto di Gibilterra da un’altra nave, la Dei Gratia, comandata dal capitano David Morehouse, che salì a bordo con due marinai dopo aver chiamato senza esito. La Mary Celeste era infatti deserta: l’equipaggio sembrava scomparso nel nulla e mancava l’unica scialuppa di salvataggio. La nave presentava la stiva semiallagata, alcune vele strappate e la bussola danneggiata. Eppure i piatti in tavola avevano ancora residui di cibo, e il carico di alcool sembrava intatto (soltanto in un secondo momento si scoprì che nove dei barili erano vuoti) così come le abbondanti scorte di acqua e di viveri. 

Le ultime annotazioni di bordo rimaste riferivano che la nave era giunta in vista di Santa Maria delle Azzorre il 25 novembre senza particolari problemi.

Il brigantino fu condotto in porto dagli uomini della Dei Gratia e successivamente sequestrato dai funzionari inglesi. Si aprì un’inchiesta sulla scomparsa dell’equipaggio scatenando le ipotesi più varie: che l’equipaggio si fosse ubriacato ed avesse ucciso gli ufficiali, la signora Briggs e la piccola Sophia; che i due capitani della Mary Celeste e della Dei Gratia, Briggs e Morehouse, si fossero messi d’accordo per truffare l’assicurazione (variante romanzata da Doyle) o perfino che Morehouse ed il suo equipaggio avessero eliminato quello della Mary Celeste per impossessarsi di nave e carico; che il capitano Briggs dopo un controllo del carico, investito da un’ondata di vapori prodotti dall’alcool nelle botti, credendo che la nave rischiasse di esplodere, abbia ordinato di calare la scialuppa in mare e di rifugiarvisi fino a che non fosse passato il pericolo, ma che la rottura della cima della scialuppa li abbia fatti andare alla deriva, senza cibo né acqua… Altri ipotizzarono la presenza di un passeggero clandestino che a un certo punto, forse perché scoperto, fa strage e poi sparisce nel nulla; un ammutinamento dei marinai per impossessarsi del carico (che però è rimasto quasi tutto a bordo); follia del capitano Briggs che uccide tutti e poi? Forse fugge con la moglie, la figlia e la gatta con la scialuppa? Per andare dove? Ovviamente non è mancata l’ipotesi dei fantasmi. 

Lunedì, 25 novembre 1872. Vento moderato da Ovest. Posizione:

36° 92’ latitudine nord, 25° 14’ longitudine ovest. Nave viaggia

a 8 nodi. In vista di punta Eastern, isola di Santa Maria delle Azzorre. 

Dopo notte di tempesta, vento placato. Velatura ripristinata,

condizioni di navigazione ottimali. Punta orientale isola a SSO, 6 miglia di distanza.

In realtà non si seppe mai cosa accadde all’equipaggio della Mary Celeste; una volta conclusa l’inchiesta la nave venne restituita al proprietario, James Winchester, il quale decise di sbarazzarsene immediatamente: nei successivi undici anni la nave cambiò altri 17 proprietari, tutti in grande difficoltà a reperire marinai perché questi, convinti che la che la nave fosse maledetta, rifiutavano gli ingaggi. 

Infine l’ultimo proprietario, per incassare almeno qualche soldo dall’assicurazione, fece naufragare la fece schiantare contro la scogliera Rochelais (Haiti) il 3 gennaio 1885, lì dove nell’agosto 2001 una spedizione guidata dallo scrittore Clive Cussler, ha rinvenuto il relitto del brigantino.

Gli tornarono in mente le parole di Briggs, quando 

per la prima volta gli aveva mostrato la stiva.

“Questo brigantino è in credito con la sorte.”

Che cosa voleva dire? Cosa si nascondeva in quelle parole sibilline?

La proposta di Lecce e Cazzato è solo una delle possibilità… il mistero resta. 

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