Nero fiorentino – Luca Doninelli

Nella tarda estate del 2010 Firenze è una città immobile, sonnolenta, da camera con vista, che detesta le novità e ogni invito al cambiamento. Eppure nel suo ventre si agitano forze inquietanti e oscure: nell’interrato di un palazzo del centro storico, sede della casa di moda Dombey & Son, fa la sua apparizione uno strano reperto. La segretaria generale Loredana Fallai decide di farlo valutare a Oreste Marcucci, storico dell’arte e suo ex amante, che riconosce le tavole progettate dal Brunelleschi per studiare la prospettiva, un oggetto della cui esistenza ormai tutti dubitavano. L’indomani Fallai viene trovata uccisa con un colpo di pistola alla tempia, le tavole scompaiono e di Marcucci si perdono le tracce. Quindici anni dopo il mistero non è stato svelato. Ma quando viene lanciato un concorso per il completamento della facciata di San Lorenzo, un evento che chiama in città le più grandi archistar del mondo, la sequenza di omicidi e misteri si riavvia. La prima delle nuove vittime è Paolo del Chierico, ex amministratore delegato della casa di moda. Sua sorella Lucia e la fidanzata Giulia Landi, assieme a Maria Giovanna, la figlia di Fallai, indagano per mettere ordine in una vicenda apparentemente priva di senso e dare pace a chi non c’è più

  • Editore ‏ : ‎ Bompiani (30 agosto 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 272 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“Nero fiorentino”, l’ultimo thiller scritto da Luca Doninelli pubblicato dalla casa editrice Bompiani, è
un romanzo che mi ha colpito in modo particolare per la sua trama originale, oscura e misteriosa che si svolge nella Firenze contemporanea.
Una storia intricata che affonda le sue radici nel rinascimento e che riemerge nel 2005 con il ritrovamento di due tavole originali, disegnate da Filippo Brunelleschi, considerato l’architetto più famoso al mondo, per aver progettato e realizzato la cupola del Duomo di Firenze.
Le tavole che fino a quel momento si credeva fossero andate perdute, riguardano lo studio della prospettiva di cui Brunelleschi fu precursore.
Iniziata nel 1420 e conclusa nel 1436, la Cupola è considerata un capolavoro della storia dell’arte, e a parte la sua magnificenza e le sue caratteristiche intrinseche, a renderla unica è proprio la sua prospettiva, una scoperta che fece Brunelleschi basandosi su calcoli scientifici e matematici.

“So perfettamente chi sono: o meglio, lo sapevo fino a una decina di ore fa. Poi mi sono trovato davanti queste due tavole. Sono loro. Non possono  essere che loro. Avrei bisogno di una conferma, ma al momento non posso consultarmi con nessuno. La mano mi trema, devo tenerla a freno.  Ho tanta paura.”

Ma torniamo al romanzo…
Quando lo storico dell’arte Oreste Marcucci si trova davanti le tavole del Brunelleschi, inaspettatamente la sua prima reazione non è quella di divulgare la notizia, anzi, chiede a Loredana Fallai, la segretaria della casa di moda dove sono state ritrovate le tavole,  di non farne parola con nessuno e scosso torna a casa. Il giorno dopo Loredana Fallai viene ritrovata assassinata mentre Marcucci e le tavole sono sparite.
Quindici anni dopo, quando ormai il mondo dell’arte sembrava aver dimenticato quello strano e drammatico episodio, il passato ritorna e ancora una volta la ricerca della verità sarà segnata da inquietanti enigmi e una scia di sangue.

“Il fattore umano è quella cosa che entra in una situazione definita, non importa come e da chi, e scombina tutti i giochi. È quel fattore che, poiché diminuisce il tasso di prevedibilità degli eventi, deve essere ridotto al minimo.”

A creare scompiglio e a costringere la figlia di Loredana Fallai ad indagare sulla morte della madre a distanza di tanti anni, è l’uccisione di Paolo Del Chierico, ex amministratore delegato della casa di moda. A quel punto i  sospetti che i due omicidi siano legati diventano sempre più certezze ed è arrivato il momento di scoprire dove si trova il professore Marcucci e soprattutto se ha lui le tavole del Brunelleschi.
Strani giochi di potere influenzano le vite di diversi personaggi molto diversi tra loro, ma che per svariati motivi si ritrovano invischiati in questa ragnatela e sono tante le domande che si pongono i protagonisti e che non trovano una risposta…
” Due delitti uguali,  a quindici anni di distanza, tutti e due incomprensibili. Più il povero Carmine. Trovate quelle maledette tavole, non era tanto semplice portarle, che so, agli Uffizi e lasciare che se la sbrigassero loro? Perché Marcucci era scappato via? Perché la Fallai fu ammazzata, e poi il mio povero Paolo? Perché la realtà è tanto complicata?…”

Nonostante quella patina nera che avvolge tutto il romanzo, ogni tanto l’autore si sofferma a descrivere  Firenze e le sue bellezze paesaggistiche ed artistiche, in modo poetico e con gli occhi da pittore (per rimanere in tema), ossia con un’attenzione ai particolari, anche ai più banali, tale da rendere “viva” ogni descrizione e dando l’illusione al lettore di vedere esattamente i luoghi
raccontati.
Peccato che quella che un tempo era la culla del rinascimento, oggi è una città decadente, che vive di luce riflessa grazie al suo passato, ma che da anni ha smesso di creare bellezza e di brillare…è un messaggio chiaro quello che Doninelli lascia in questo romanzo, e forse questa storia è un pretesto per scoperchiare tutti i mali che da anni, affliggono Firenze e i suoi abitanti, naturalmente con la speranza di risvegliare le coscienze e provare a salvarla.

La lettera terminava con la domanda suscitata dalle parole di Giulia:” Dimmi, Oreste caro, è davvero possibile che i morti continuino a uccidere?”

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.