Niente di nuovo sul fronte occidentale – Erich Maria Remarque

Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all’altro dell’Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all’età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l’intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek – da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi – non tardano a capire di non essere affatto “la gioventù di ferro” chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm – un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno “gente vecchia”, spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.

  • Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (24 marzo 2016)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 207 pagine

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

I personaggi

Paul Baumer, il protagonista

Paul non è altro che l’autore stesso del libro ma con un finale diverso.

La personalità interiore di Paul cambia con la guerra.

I suoi ricordi del tempo prima della guerra mostrano che una volta era una persona molto diversa: amava la sua famiglia e scriveva poesie.

L’orrore della guerra costringe Paul, come altri soldati, ad imparare a disconnettere la mente dai suoi sentimenti, tenendo a bada le sue emozioni per preservare la sua sanità mentale e la sua sopravvivenza.

Egli, di indolebcompassinevole e sensibile, diventa incapace di piangere i suoi compagni morti, di sentirsi a casa in famiglia una volta tornato dal fronte, di esprimere i suoi sentimenti sulla guerra o persino di parlare delle sue esperienze, di ricordare completamente il passato e di immaginare un futuro senza guerra.

Separarmi dal mio amico Albert Kropp è stato molto difficile. Ma un uomo si abitua a questo genere di cose nell’esercito.”

Più a lungo Paul sopravvive alla guerra e più la odia, meno è sicuro che la vita sarà migliore per lui dopo che sarà finita. Ma non sopravviverà, finirà ucciso.

Il suo volto aveva un’espressione di calma, come se fosse quasi contento che fosse arrivata la fine.”

Kantorek

Kantorek è l’insegnante che ha riempito le teste dei suoi studenti con una eloquenza appassionata sul dovere e la gloria. Kantorek è un ometto “energico e intransigente”.

Egli riflette la vecchia generazione di leader che tradiscono i loro seguaci con manipolazioni, ignoranza e bugie.

Mentre insegnavano che il dovere verso il proprio paese è la cosa più grande, “sapevamo già che l’agonia è più forte”.

Paul e i suoi amici credevano che l’autoritario Kantorek fosse un uomo illuminato e saggio. Al fronte imparerano rapidamente a vedere oltre fino a disprezzarlo, specialmente dopo la morte di Joseph Behm – “un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo” -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere ucciso a fucilate.

Il fatto che Kantorek viene arruolato e diventa un terribile soldato rispecchia l’inutilità degli ideali che egli sostiene.

E’ un romanzo che spiega come il male della guerra è efferato mentre la si vive.

Il male annienta tutto quello che si era serenamente costruito nella vita dei ragazzi: studi, speranze, sentimenti, desideri, attese e solidità morale.

Tornati a casa già vecchi senza mai sapere come sarebbe potuta essere la loro giovinezza e senza conoscere mai più il gusto più naturale della vita; condannati per sempre ad un’esistenza sconvolta.

Erich Maria Remarque con la scrittura del suo romanzo esorcizza quel “male dentro”. “Niente di nuovo sul fronte occidentale” va letto perché è un libro pieno di dolore ma anche di tenerezza, nostalgia, amicizia; fa un dipinto della prima guerra mondiale, per come l’ha vissuta lui.

Questo romanzo è anchen una lezione civile e di umanità.
La Grande Guerra del 14-18: fu una guerra inutile, che poteva essere evitata, come d’altronde anche tutte le guerre che ancora oggi si combattono; e che fece milioni di morti lasciando l’Europa in rovina.

Assurdità ddi quella guerra è che si decise che la pace dovesse iniziareAll’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1918”.
E così i ragazzi del ’99 e non solo morirono fino all’ultimo secondo.

Questo è uno dei tanti libri che gli insegnanti dovrebbero far leggere a scuola anche se è terribilmente crudo.

Leggere “Niente di nuovo sul fronte occidentale”,mentre si ha l’età dei protagonisti, è molto utile e formativo per crescere una generazione senza più guerre da combattere.

Io ho letto il libro e visto il film. Ricordo che era un film molto vecchio. Bellissimi entrambi. Alla fine del 2022 il romanzo è diventato un film in streaming su Netflix. Una scelta forte e coraggiosa quella di Netflix che racconta per immagini atroci ma storicamente vere un libro che resta attualissimo.

Ho scelto di recensire questo libro per due motivi: il mio nonno materno – classe 1899 – fu un ragazzo che combatté in quella guerra e sopravvisse. Fu molto fortunato perchè restò solo tre mesi al fronte; ne uscì sconvolto ma non ha corso il rischio di impazzire! Grande nonno!

L’altro motivo il mio professore di lettere alle medie fece leggere il libro e poi vedere il film a tutta la mia classe!

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