PICCOLI SUICIDI TRA AMICI – Arto Paasilinna

 

Un bel mattino Onni Rellonen, piccolo imprenditore in crisi, e il colonnello Hermanni Kemppainen, vedovo inconsolabile, decidono di suicidarsi. Il caso vuole che i due uomini scelgano lo stesso granaio per mettere fine ai loro giorni. Importunati dall’incontro fortuito, rinunciano al comune proposito e si mettono a parlare dei motivi che li hanno spinti alla tragica decisione. Pensano allora di fondare un’associazione dove gli aspiranti suicidi potranno conoscersi e discutere dei loro problemi. Pubblicano un annuncio sul giornale. Il successo non si fa attendere, le adesioni sono più di seicento. Dopo un incontro al ristorante, decidono di noleggiare un autobus e di partire insieme. Inizia così un folle viaggio attraverso la Finlandia…

 

 

Copertina flessibile: 264 pagine
Editore: Iperborea; 4 edizione (30 marzo 2015)
Collana: Iperborea
Lingua: Italiano
ISBN-10: 887091139X
ISBN-13: 978-8870911398


“Il più formidabile nemico dei finlandesi è la malinconia, una sconfinata apatia. Il peso dell’afflizione è tale da indurre parecchi finlandesi a vedere nella morte l’unico sollievo. Ma i finlandesi sono al tempo stesso un popolo combattivo. Non cedono mai, si ribellano ad ogni occasione contro il tiranno.”

E’ già quasi tutto nell’incipit il senso di questo diciassettesimo romanzo dello scrittore lappone, il settimo arrivato in Italia.
La morte è l’unico aspetto serio della vita: da questo assunto parte la riflessione esistenziale che coinvolge singolarmente una serie di personaggi sparsi per la Finlandia. Quando questi si incontrano durante un seminario di suicidologia, la riflessione isolata si trasforma in un viaggio organizzato alla ricerca di una fine dignitosamente collettiva per persone che hanno completamente perso la voglia di vivere. Il sottile cinismo e l’acuta ironia che trapelano dall’intreccio vivace e dalle poetiche descrizioni di paesaggi finlandesi ed europei, mostra la vita così com’è, sciatta ma non priva di senso. Ed infatti quando i motivi validi per cercare la morte si fanno numerosi, la vita stessa è pronta a sopraffarci con la sua spiazzante banalità. E’ proprio dalle piccole cose che l’esistenza può essere sostenuta, è a partire da loro, che quasi inconsapevolmente ci si riappropria del piacere di vivere, si riassapora il gusto della felicità, intesa come serenità. Gli aspiranti suicidi compiono un viaggio per aspera ad astra, dal basso verso l’alto, dal Nord al Sud e solo attraverso questo viaggio, piano piano, gradualmente, imparano a riscoprire la bellezza dei piccoli gesti, delle relazioni, delle amicizie. Conquistano la felicità, che non è qualcosa di eroico perché sta dentro le piccole cose banali della vita. La felicità va riscoperta e conquistata giorno dopo giorno. Gli occhi devono riabituarsi a vedere schegge di luce nelle ombre.
Questo il nucleo del romanzo di Paasilinna. La sua trama imprevedibile ha per protagonisti uomini e donne votati alla morte, nemici della vita perché stanchi delle sue beffe.
Raffinatissima l’ironia attraverso la quale emerge la contraddizione della morte, il cui desiderio spinge la comitiva eterogenea a partire per un viaggio fatale attraverso l’Europa. Il fatale grand tour diventa presto però il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, teneri affetti, piccoli gesti di solidarietà, nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi si ritroverà a riscoprire il piacere delle cose e a dimenticare le varie afflizioni del quotidiano, come a dire insieme è meglio, da soli è impossibile affrontare il mondo fuori. Verranno così raggiunti dall’irriducibile nemico da cui hanno tentato di fuggire: la vita. Perché “Si può scherzare con la morte, ma con la vita no. Evviva!”. Parola di Paasilinna.
Il romanzo risulta sicuramente particolare perché in meno di trecento pagine riesce a offrire a chi legge tutta la gamma delle caratteristiche della letteratura finnica contemporanea: uno sfondo di leggera tristezza e di velata malinconia, un paesaggio di precisa connotazione naturalistica, un dialogare asciutto, essenziale, incalzante.
Semplice e schietto, genuino, al limite del naif: questa la caratteristica del finlandese di origine lappone che non ha alcun pudore nel cantare le tristezze e le gioie della sua terra.

a cura di Cristina Costa

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