Ricorda il tuo nome – Nicola Velentini

Ringraziando Leone editore per l’opportunità che ha concesso a Septem Literary, oggi vi lasciamo la recensione a “Ricorda il tuo nome”.

Un ringraziamento a tutti i blog che hanno partecipato con noi al blog tour che si conclude oggi con il Review party: Bookspedia, Chiara in Bookland, Un lettore è un gran sognatore, La stamberga d’inchiostro e La nicchia letteraria.

 

Trama

Al termine della Seconda guerra mondiale, due ebrei feriti sono ricoverati nella stessa clinica. Uno ha perso la memoria, l’altro l’uso delle gambe. Durante la degenza, tra i due si instaura una profonda complicità e insieme decidono di vendicarsi dei gerarchi nazisti di Buchenwald, in particolar modo dell’ufficiale Eike Aumann. I loro movimenti attirano però le attenzioni del comandante della polizia militare americana Berger e di un altro ebreo deportato, ormai noto come il Cacciatore di nazisti. Il destino dei quattro uomini si compirà al termine delle rispettive ricerche, quando giungeranno nel covo di Aumann.
Link d’acquisto: https://amzn.to/2S5Na6o

 

 

 

Copertina flessibile: 342 pagine
Editore: Leone (1 gennaio 2030)
Collana: Mistéria
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8863935165
ISBN-13: 978-8863935165

“Questo luogo rappresenta l’esempio ideale di cosa l’uomo sia in grado di fare ai suoi simili, di come l’umanità sia fallita di fronte al delirio di un solo individuo, seguito da una nazione accecata dall’odio. Al termine della guerra ho conosciuto alcuni dei sopravvissuti; le loro storie erano simili tra loro, ognuno aveva orrori da raccontare e tutti portavano anche dentro i segni di quel tempo”

Il mio approccio ai romanzi che raccontano le vicende vissute durante la seconda guerra mondiale, più in particolare all’interno dei lager nazisti, è sempre di deferenza.

Mi avvicino con ossequio e rispetto ai ricordi dei sopravvissuti dell’Olocausto.

“Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e io, fissando quegli occhi, ho visto il vuoto”

Quello di Nicola Valentini, di cui vi parlo oggi, è un thriller a tutti gli effetti e su più livelli. E’ ambientato però nel periodo immediatamente successivo alla liberazione.

L’autore ambienta il suo romanzo in un periodo storico delicato, dove gli equilibri si stanno rinnovando, dove carnefici e vittime devono ritrovare (se mai sarà possibile) il loro posto nel mondo.

Attraverso i ricordi di due sopravvissuti, reduci dal campo di concentramento di Buchenwald, ritrovatisi insieme in una clinica a passare dei giorni di convalescenza, a risollevarsi a vicenda, ad aiutarsi, anche noi lettori ci troviamo a rivivere l’orrore.

Esseri umani stipati come bestie in vagoni merci, senza la possibilità di avere aria, cibo, salvezza… in mezzo agli amici che non ce l’hanno fatta, respirando il puzzo dei loro stessi rifiuti organici.

Esseri umani a cui viene tolta qualsiasi dignità, in modo che vengano puniti per il loro essere ebrei. Su di loro vengono effettuati esperimenti, loro stessi lavorano ogni giorno per creare le armi che saranno la loro condanna a morte.

“E ogni giorno non cessava di chiedersi perché fosse sopravvissuto, perché lui sì e gli altri no”

In questo clima, che conosciamo, che è lo stesso respirato in ogni lager nazista, si snoda una vicenda.

Saul è rimasto ferito irrimediabilmente ed è quindi condannato alla sedia a rotelle, conosce Zakhor.(nome che lui stesso gli dona e che significa “ricorda”) che è rimasto sfigurato e ha perso completamente la memoria.

Sulla scia dei ricordi, i due decidono di vendicarsi personalmente nei confronti dei Kapo che hanno conosciuto durante la vita al campo di Buchenwald.

“Il male lo aveva logorato, diceva. Ai suoi figli avrebbe insegnato a non farsi sopraffare dall’odio: “La vendetta corrompe il pensiero e necrotizza il cuore”

La loro ricerca è un corsa contro il tempo, perchè sulle tracce degli ex nazisti c’è anche l’organizzazione ufficiale, che sta cercando di affrancare i colpevoli di crimini contro l’umanità alla giustizia.

Il lettore si trova così coinvolto in una caccia all’uomo, perchè il fine ultimo è trovare il peggiore: l’ufficiale Aumann… e vendicarsi. Adrenalinico al punto giusto!

Si può sentire sulla pelle, strisciare inesorabile, la paura di essere braccati, di essere nelle mani di un cacciatore spietato. Un libro che una volta iniziato non può essere messo da parte, chiama il lettore perché vuoi sapere chi vincerà tra il cacciatore e la preda. C’è un momento in cui resterai confuso: chi è il cacciatore e chi la preda?

Vengono affidate alle pagine scene crude e violente, che sapientemente sono dosate senza alcun eccesso verso il macabro. Seppure vengono raccontate vicende che potremmo associare all’horror, dovremmo anche ricordare che l’uomo è stato davvero capace di commettere certi orrori.

Allo stesso tempo ci si trova coinvolti emotivamente nella speranza che i sogni, gli incubi e i flashback riescano a restituire i ricordi rubati a Zakhor.

“C’è una parola in ebraico, zakhor, che significa “ricorda”. Non è un invito è un imperativo, perché nella nostra tradizione è fondamentale ricordare. Senza i ricordi saremmo alberi senza radici. Cerca le tue radici, Zakhor.”

Non posso esimermi da lasciare, quello che immagino sia, il messaggio che l’autore, Nicola Valentini, vuole, attraverso il suo romanzo, far giungere al lettore. Uomini e animali, allo stesso modo, se educati in maniera corretta, possono essere migliori.

 

Sara Valentino

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.