Shimaguni Atlante narrato delle isole del Giappone. Ediz. a colori – Francesca Scotti e Uragami Kazuhisa

Narra il mito che il Giappone sia nato per volere divino da una lancia immersa nell’oceano: i grumi di sale che colarono dalla sua punta quando fu estratta ne formarono la prima isola. Questo racconto ci restituisce l’essenza di un paese arcipelago composto da isole grandi e minuscole, popolose e disabitate, ospitali e inaccessibili che racchiudono storie piene di bellezza e mistero. Frammenti che mantengono la loro individualità pur facendo parte di un tutto più complesso. Il percorso di questo atlante che va dal nevoso Hokkaidō alla tropicale Okinawa è fatto di verità e di narrazione: vere sono le isole – storia, natura, geografia, cultura –, narrativa la loro esplorazione. A fare da guida sono voci immaginate che rendono accessibili anche quei territori che non lo sono e rievocano tradizioni, antichi rituali, battaglie. Chi legge vedrà luoghi iconici come Itsukushima, dalle cui acque sorge il grande torii vermiglio, o meno noti come Fukuejima, dove i bambini, in occasione dell’obon, si trasformano in volpi danzanti. La scrittura vivida di Francesca Scotti, che del Giappone ha fatto la sua seconda casa, e le suggestive illustrazioni di Uragami Kazuhisa, che con il suo stile riempie gli occhi di incanto, ci restituiscono con grazia e rispetto la vita e la spiritualità di un paese che non smette di affascinare.

  • Editore ‏ : ‎ Bompiani; Illustrated edizione (11 ottobre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 160 pagine

Recensione a cura di Paola Nevola

Ebbene sì, Shimaguni è un Atlante narrato, ma non ci racconta solo la geografia  è la narrazione della natura, della storia, di usanze, tradizioni, leggende, miti che si fondono in un connubio di emozionante bellezza con l’ancestrale  spiritualità del Giappone.

Il Giappone è un arcipelago “shimaguni” che conta dall’ultima mappatura ca. 14.000 isole che si estendono dal subartico al subtropicale, l’Atlante ne coglie le più significative e rappresentative. Isole abitate o disabitate, inaccessibili, effimere, grandi o minuscole come uno scoglio, con una diversità di ambienti, ecosistemi e climi. 

Come possiamo immaginare il mare è una presenza costante, fonte di vita, a volte placido e calmo a volte da temere per la sua ferocia, il mare è parte della cultura giapponese ha influenzato l’arte, la fantasia e la spiritualità. 

Benchè si pensa che il Giappone sia chiuso in sé stesso, circondato dal mare e quindi isolato è stato comunque un crocevia di culture, un luogo da cui vedere orizzonti lontani, in ogni caso ha preservato la sua cultura e specificità.

L’autrice forma una struttura narrativa suddivisa con un criterio geografico nord sud est ovest e in argomenti, con un interloquire diretto col lettore, una protagonista accompagnata in questo viaggio da spiriti guida e sono appunto gli argomenti stessi gli spiriti, cioè i Kami della Natura, Devozione, Tradizione, Assenza e Battaglia, ogni isola narrata è conosciuta in prevalenza per una di queste peculiarità.

I kami donano l’essenza delle isole unendo il folklore, l’atmosfera, la religiosità con la natura, dimora di spettri o divinità chiamati Yokay malevoli o dispettosi o figure mitologiche. Anche se la scelta è difficile per il fascino di tutte le isole ve ne racconto alcune che più mi hanno colpita.

I Kami della Natura ci affascinano con la bellezza di isole  incontaminate in cui ammirare lo splendore di una rara orchidea o  libellula bianca o un uccello o un coleottero rari, miriadi di lucciole nell’oscurità di un bosco, suggestive immagini delle foreste con il suo sussurro di insetti, foglie, petali; o piccoli arcipelaghi  composti da una miriade di isolette verdi. C’è l’isola dei conigli o dei gatti Tashirojima, dove un gatto  bianco  fa strada fino ad un piccolo santuario eretto in onore di un suo simile che fu ucciso inavvertitamente da un pescatore. 

I Kami della Devozione ci spiegano che Shintoismo e Buddismo fin dall’antichità si sono sovente intersecati, vi sono riti arcaici che rimandano ai cicli naturali di vita, nascita, morte, rinascita e all’importanza del rinnovamento eterno. In luoghi dall’atmosfera e percorsi suggestivi sorgono i santuari shintoisti, all’inizio si incontra un portale torii, ve ne sono alcuni maestosi e incantevoli come quello sull’immagine di copertina che sorge a pelo d’acqua nell’isola Itsukoshima (patrimonio dell’umanità e Unesco), un’isola boscosa e verde considerata interamente sacra e quindi visitata solo per pellegrinaggio. L’interno dei santuari è semplice ed essenziale per potersi meglio raccogliere e avvicinare nella preghiera ai vari spiriti; sovente all’uscita c’è il piacere di poter acquistare un omamori un amuleto a forma di sacchettino che a seconda del contenuto porta protezione o fortuna e  può favorire la realizzazione delle preghiere.

I Kami della Battaglia raccontano isole che sono state spettatrici di scontri antichi che hanno segnato e fatto la storia o anche dell’ultima guerra mondiale. Luoghi che hanno visto così tanto dolore e morte che sono diventati sacri. C’è un’isola che durante la seconda guerra mondiale la sua spiaggia nera vulcanica si è intrisa del sangue e delle ossa dei corpi massacrati di soldati americani colti alla sprovvista dai giapponesi, ora quest’isola è disabitata poichè nessuno desidererebbe vivere in un luogo di immenso dolore e quella spiaggia di spiriti è blandita dalle onde che tentano di placarne il dolore.

Per questa storia “epica” torniamo indietro nel tempo, nel 1612, immaginiamo un giorno di primavera un’isola dove tutto è immobile, la tensione è palpabile nell’aria, due uomini acerrimi nemici hanno deciso di sfidarsi lì su quella riva, sono Sasaki Kojiro e Miyamoto Musashi,  sono due famosi e temibili spadaccini appartenenti a due famiglie nemiche e rivali, si sfidano in un combattimento che porterà sicuramente alla morte di uno. La loro storia è diventata leggenda, un simbolo anche contemporaneo, da cui sono stati tratti film, libri e fumetti, sull’isola adesso si trovano le loro statue che alla vista appaiono in movimento.

I Kami dell’Assenza ci offrono storie di isole che per via della natura, della loro posizione estrema o di altre cause sono disabitate o hanno visto la vita solo per un certo periodo. Isole di ghiaccio che l’erosione ha sprofondato nell’oceano, con suoni stridenti e boati e infine con un’onda immensa che le ha sommerse, isole che i vulcani hanno creato e distrutto. C’è un’isola che mi ha impressionata ha visto un grande sfruttamento minerario di carbone, presenze di vite difficili segnate dalle differenze sociali, sfruttamento in condizioni terribili. Poi cemento, costruzioni di grandi edifici, condomini, scuole, un municipio, un ospedale, ecc… tutto abbandonato negli anni ’60 con l’avvento del petrolio. Ora vi sono ancora segni di una vita quotidiana con suppellettili per es. una tv o un giocattolo, memorie d’infanzia, di amicizie, di vite vissute. L’assenza è il sentimento, lo spirito che più pervade quest’isola.

I Kami della Tradizione mostrano e uniscono diversi aspetti che fanno parte di un mondo antico, legano insieme il folklore, la musica e diversi lati artistici. L’arcipelago è ricchissimo di tradizioni affascinanti. Tra quelle narrate scelgo di raccontarvi un’isola Sadogashima in cui sorgono antichi teatri. Il è un’antica arte teatrale giapponese molto stilizzata, due sono gli attori principali lo shite – un uomo, una donna, una divinità, un demone – del quale viene narrata la vicenda e un Waki una controparte. Possono poi esserci un coro, un complesso musicale e anche altri personaggi. Il legame con l’isola di Sadogashima si fonda nel quattrocento ca. quando un attore drammaturgo considerato insieme al padre fondatore di questa forma teatrale venne esiliato sull’isola, in seguito furono eretti più di trecento palchi di cui oggi ne restano solo una ventina completamente in legno. Ciò che suggestiona di quest’arte teatrale sono le luci che a secondo sfumano le maschere inquietanti in diversi atteggiamenti, la modulazione della voce degli attori, i silenzi, i suoni delle percussioni e del flauto. Tutto per portare lo spettatore in una dimensione irreale. Dev’essere pura magia, fantastico.

Vorrei raccontarvi tutto il libro, ma a questo punto vi invito a leggerlo o a regalarlo se volete donare un libro seducente e incantevole. In tutte queste isole le descrizioni sembrano risvegliare i nostri sensi, tutte infondono un rispetto profondo. Una sorta di magia trascendentale, spesso mentre leggevo mi soffermavo ad immaginare la bellezza, la spiritualità, il significato di ciò che veniva narrato. E’ qualcosa di molto suggestivo.  

Inoltre il libro è arricchito di tavole illustrate con disegni molto belli che richiamano le scene più affascinanti di alcune isole. 

Ti abbiamo svelato i segreti di ciò che resta delle onde, del tempo, delle vite passate. Hai vissuto il frammento di ogni isola nella sua interezza … con la sua armonia e i suoi stridori, con i suoi lutti, le debolezze e gli slanci verso il futuro. Hai viaggiato, hai percorso una vita, tu sei stata con noi e noi con te…

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