Tutto ciò che è sulla terra morirà di Michel Bussi

Una grande ombra scura sprofondata nei ghiacci sulla cima del monte Ararat. I segreti del Libro di Enoch custoditi nei sotterranei del Vaticano. Frammenti dell’arca di Noè venerati come reliquie in un remoto monastero armeno. Una misteriosa bambina dagli occhi grigi troppo alta per la sua età. Il tatuaggio dell’unicorno che contraddistingue i membri di una setta con un nome da angeli ribelli. Un allevatore di crotali. Un cinese che vive in una gabbia. Non sono gli elementi di un nuovo film di Indiana Jones, ma alcuni pezzi del puzzle che Zak Ikabi, avventuroso giovane scienziato, sta cercando di ricomporre per scoprire cosa c’è davvero dietro la favola biblica di Noè che salva la fauna del mondo imbarcando sulla sua arca una coppia di tutti gli animali esistenti. Tutti meno l’unicorno, a quanto pare… La scontrosa ricercatrice Cécile Serval lo prende per pazzo quando lo vede irrompere nel suo laboratorio con l’assurda pretesa di avere copia del suo rapporto top secret sullo scioglimento dei ghiacci, ma non hanno il tempo di discutere: sulle tracce di Zak e del segreto di Noè c’è anche una spietata banda di miliziani azeri la cui unica regola è non lasciarsi testimoni alle spalle; inutile specificare che il loro percorso è una scia di sangue… Zak e Cécile non hanno altra scelta che fuggire precipitosamente, pur senza smettere di litigare, in una corsa contro il tempo per salvare la terra dalla più immane delle catastrofi. Ma tra il fischiare delle pallottole e la scoperta di nuovi simboli che guidano i loro passi la divergenza di opinioni di Cécile e Zak si trasformerà in qualcosa che né l’una né l’altro si aspettavano…

  • Editore ‏ : ‎ E/O (8 aprile 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 619 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

E’ la prima volta che mi avvicino a questo autore, ne ho tanto sentito parlare. Appena ho visto questo suo lavoro, un titolo che calamita l’attenzione per gli amanti di misteri, mi sono catapultata all’acquisto.

Tutto sommato il giudizio è positivo anche se non sono rimasta troppo convinta sui personaggi, soprattutto su Cécile la protagonista femminile. Anche le scene, alcune, sono piuttosto improbabili e poco realistiche se vogliamo ma di fatto è un thriller avventuroso godibile. E’ piuttosto corposo in quanto a mole ma, a parte qualche parte più ripetitiva di altre, l’ho trovato leggibile senza molti rallentamenti e con diversi colpi di scena.

La storia però è molto interessante e curiosa, per gli amanti di misteri archeologici è consigliato. Si svolge in epoca contemporanea ma riguarda un argomento incredibile: l’arca di Noè, gli unicorni e il monte Ararat.

L’inizio mi è piaciuto moltissimo perchè denota uno studio approfondito da parte dell’autore per le antiche scritture. Trovate infatti elencati i passaggi dei diversi testi dove è menzionato il diluvio universale: Epopea di Gilgamesh 2500 a.C. circa, diluvio indiano Mahabharata IV secolo a. C., Ovidio Metamorfosi 5 d.C., La Bibbia Genesi 500 a.C., Il Corano 600 d.C., I Ching VIII sec. a.C..

Viene messo in scena un grande mistero leggendario dell’umanità, un segreto capace di capovolgere il mondo come oggi siamo abituati a vederlo, un segreto quindi da proteggere con la vita. L’autore stesso nella prefazione ci dice che in questo libro è tutto vero, testimonianze dei cercatori dell’arca, l’enigma scientifico dell’anomalia dell’Ararat e anche le rivelazioni circa gli animali con un solo corno, le rivelazioni sugli angeli e sul libro di Enoch (quest’ultimo in effetti è ormai una costante che si ripete nelle mie letture).

Viene disvelata man mano che le avventure dei protagonisti proseguono con la scia di sangue si che si portano dietro una teoria, un’ipotesi che resta tale, ma in realtà è estremamente affascinante.

I simboli che si accavallano, i luoghi straordinari che attraverso gli occhi dei nostri anche noi possiamo ammirare, partendo dalla Cappella Sistina, Chartres la cattedrale, Parigi, Hong Kong e naturalmente il monte Ararat, mi sono proprio gustata il viaggio turistico.

“Michelangelo non aveva dipinto la speranza, il deflusso delle acque, la colomba, l’arcobaleno, Noè e i suoi figli, e neanche aveva rappresentato la natura scatenata, le onde furiose, la pioggia che trascinava via ogni cosa. No, la sua arte si era concentrata sugli esseri umani, ne aveva studiato le reazioni strazianti e contrastanti di fronte al cataclisma”

Misteri, reliquie che improvvisamente compaiono, morti atroci inflitte da una banda di mercenari senza scrupoli, sono alcuni degli ingredienti speziati di questo volume.

Le domande sono moltissime, alcune ce le siamo poste tutti. “Cosa contenevano in realtà i vangeli di Tommaso, Pietro, Giuda e Filippo, i Testamenti dei dodici patriarchi, i salmi di Salomone?”

In parallelo galleggia una storia del 4372 a.C. una storia incredibile…. Quello è il segreto che qualcuno vuole celare e altri rivelare.

Attimi in cui senti il sapore del sangue, il rumore dei battiti che nel cuore sono un tamburo, il fango sulla pelle, sui vestiti nella gola quando pancia a terra strisci nei budelli della terra.

Il capitolo che ho prediletto è quello che racconta le vicende dei nostri all’interno della cattedrale di Chartres, in Francia, un luogo che un giorno mi piacerebbe molto visitare. La storia di Noè è descritta in trentanove pannelli.

Non crediate che queste magnifiche vetrate siano state commissionate da un re, un principe o un papa. Niente affatto: sono state pagate dal popolo! Da carpentieri, bottai e fabbricanti di carri, tutti lavoratori del legno, tutti antenati di Noè in quanto costruttore dell’arca”

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