Undici Passi di Giada Trebeschi

Ottobre 1917
Emanuele Giuffrida, giovane pittore siciliano, viene mandato a combattere in Friuli, dove è costretto a vivere e combattere, al freddo, sotto la pioggia, lontano dalla sua terra assolata, in un luogo in cui abbondano solo fango, paura e morte. È già un miracolo che riesca a sopravvivere per più di tre mesi ma ancor più prodigioso è il fatto che Luigi, suo vecchio compagno di scuola imboscato in ufficio al comando di Palmanova, riesca a tirarlo fuori dalla trincea. Emanuele ha mani magiche, sarebbe uno spreco perderle in prima linea; così Luigi riesce a far impiegare il pittore nella realizzazione delle nuove importantissime mappe del fronte.
Emanuele è riconoscente al suo salvatore e farebbe qualsiasi cosa per lui, qualsiasi cosa pur di non tornare in trincea condannandosi a un inferno ben peggiore di quello che mai avrebbe potuto immaginare.
Un racconto duro e violento sulla discesa agli inferi di uomini e donne che, trasfigurati dagli orrori della guerra, combattono il nemico e i propri demoni; una storia nera, buia in cui Giada Trebeschi dimostra come la brutalità provi a soffocare il bello che pur si annida nel cuore degli uomini e l’arte sia l’unica luce possibile in grado di squarciare l’oscurità.

Sullo sfondo gli orrori della Grande Guerra e la disfatta di Caporetto.

Copertina flessibile: 167 pagine
Editore: oakmond Publishing (6 ottobre 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 3962071776
ISBN-13: 978-3962071776

Recensione a cura di Sara Valentino

Anche in questo romanzo Giada Trebeschi si riconferma, a mio parere, regina della suspense! Ho letteralmente divorato “Undici passi”!

Undici passi, esce oggi 11/11/2019 per ricordare l’entrata in vigore dell’armistizio l’11/11/1918 alle ore 11.00. Lo stesso venne firmato in Francia, nei boschi e su un vagone ferroviario, tra i rappresentanti della Germania e quelli degli alleati. Così termina la Prima Guerra Mondiale. L’accordo fu firmato al mattino alle 5.00, ma entrerà in vigore solo alle ore 11.00. Il tempo necessario per dare tempo a tutti i comandi di ricevere la notizia dell’armistizio e diffonderla ai soldati di trincea. In quelle sole sei ore però morirono 11 mila soldati… un prezzo troppo alto.

Caldo e consolatorio vino rosso del Carso ci consiglia di sorseggiare con questo romanzo, come di consueto per ogni pubblicazione, la Oakmond Publishing.

Facciamo dunque un breve passo indietro e torniamo all’ottobre 1917 e ci immergiamo in una dura e tremenda realtà, la guerra, la trincea. Undici passi alla volta, undici passi avanti e indietro ecco a percorrerli il nostro protagonista, ventiquattrenne pittore siciliano. Si sente un morto che cammina, gli hanno regalato cioccolato e grappa, sono beni davvero necessari in quei momenti di paura, freddo e dolore serpeggiante, nostalgia di casa. Il cioccolato ne rappresenta, con il suo dolce sciogliersi in bocca, il ricordo di casa, la grappa dona una pausa dal freddo pungente.

Continua a scrivere e disegnare, ponendo i sogni dentro agli schizzi fatti con i carboni e con ciò che trova, giacchè vorrebbe delle matite colorate ma non ne ha.

“So che sei un pittore. Aggrappati alla tua arte. E’ l’unica via”

Undici passi avanti e undici indietro per quei dieci metri, è la sera della guardia e così Emanuele sogna già l’indomani quando potrà disegnare qualcosa e pensa che anche al di là nella trincea nemica qualcuno sta facendo la guardia, undici passi avanti e indietro.

“Ho combattuto per difendere e proteggere coloro che amo e ce l’ho fatta”

E’ dura la guerra, i sogni svaniti, nemmeno le notti riescono più  a disegnarne durante il sonno, Emanuele pensa ad Annalisa, non è sua, ma la ama. La guerra rende tutti morti viventi, lo strazio dei corpi moribondi o già morti di altri soldati come te, amici e non .. uomini persi per sempre.

Quando Emanuele riceve l’incarico per trasferirsi in ufficio è felice, è  grato all’amico-compaesano Luigi. Ancora non sa dove questa gratitudine lo porterà…

Scopriremo quanto possa essere buia l’anima di alcuni, quanto dolore un uomo possa infliggere ad altri uomini, la menzogna e le maschere quasi peggio della guerra là fuori.

Se ne esce svuotati talmente è nero l’inferno che Emanuele si troverà ad affrontare, impotente…

Vi lascio “Chopin, Il notturno, opera 9 numero 2” scoprirete il perché leggendolo

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.